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Cosa fare in caso di puntura d’ape: prevenzione, sintomi e rimedi naturali

Le api sono tra gli insetti più importanti del Pianeta, ma anche tra i più pericolosi, soprattutto durante la primavera e l’estate, perché possono pungere l’uomo iniettando nella pelle, attraverso il loro pungiglione, un veleno che provoca rossore e gonfiore ma nei casi più gravi può portare allo shock anafilattico.
A cura di Redazione Scienze
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Le api sono tra gli animali più importanti del mondo, ma anche i più fastidiosi. Da un lato, infatti, questi piccoli insetti sono fondamentali per l'impollinazione dei fiori, nutrendosi del loro nettare e per la produzione del miele, ma sono anche un indicatore biologico della qualità dell'ambiente, in grado di garantire l'equilibrio in tutto il Pianeta. Attualmente rappresentano a una delle emergenze ecologiche in corso per il pericolo di una loro estinzione, dovuto in larga parte all'inquinamento e ai cambiamenti climatici. Dall'altro lato, però, bisogna stare sempre molto attentati a non farsi pungere da loro: come accade anche per le zanzare, le api, infatti, sono dotate di pungiglioni in grado di penetrare nel tessuto cutaneo, iniettare il loro veleno e arrivare a provocare, nei casi più gravi, violente reazioni allergiche. Ecco, allora, cosa fare in seguito alla loro puntura, i rimedi e le cure farmacologiche.

Prevenzione e sintomi della puntura di ape

Ape che impollina un fiore (Wikipedia).
Ape che impollina un fiore (Wikipedia).

Prima di tutto, bisogna considerare che le api sono generalmente animali tranquilli, ma diventano più aggressive, e quindi più pericolose per l'uomo, durante la stagione primaverile ed estiva, caratterizzate dall'aumento delle temperature. Si trovano per la maggior parte nei pressi di stagni, paludi o campi in prossimità di corsi o bacini d'acqua, che ne facilitano la riproduzione. Le zone del corpo umano più a rischio sono ovviamente quelle lasciate scoperte, quindi braccia, gambe e mani. Se volete evitare spiacevoli incontri con questi insetti, che attaccano se provocati, il consiglio è quello di non utilizzare creme particolarmente profumate, che potrebbero attirarli, e di indossare indumenti chiari, meglio se bianchi. Chi viene punto avverte immediatamente rossore e gonfiore sulla zona punta, e prurito provocato dall'infezione. Potrebbe comparire anche un piccolo bordo rialzato intorno alla puntura stessa, o un punto bianco nella parte in cui il pungiglione è riuscito a penetrare nella pelle. Si ricorda che, a differenza di ciò che avviene con le vespe, le api muoiono subito dopo aver punto.

Cosa fare in caso di puntura di ape

Apicoltore alle prese con uno sciame d'api (Getty).
Apicoltore alle prese con uno sciame d'api (Getty).

Se l'ape punge soggetti non allergici, è possibile alleviarne immediatamente i sintomi. Il veleno rilasciato da questi animali contiene tossine e agenti infiammatori che causano dolore localizzato e gonfiore che svaniscono dopo poche ore. Innanzitutto, si deve rimuovere il pungiglione dell'insetto con un ago o una pinzetta, entrambi sterilizzati: l'importante è compiere questa operazione entro i primi 20 minuti dalla puntura. Poi bisogna fare una leggera pressione con del ghiaccio, o anche con una monetina, in modo da anestetizzare la parte lesa e ridurre il gonfiore. Disinfettate poi la ferita con dell'acqua ossigenata o semplicemente con acqua e sapone neutro. Infine, potete applicare una qualsiasi crema al cortisone oppure della ammoniaca su un batuffolo di cotone, in grado di alleviare il prurito. Tra le cose da non fare assolutamente c'è grattare la superficie del pomfo: in questo caso non farete altro che peggiorare la situazione. Se i sintomi persistono anche il giorno successivo, quindi 24 ore dopo la puntura, o l'area del corpo colpita è particolarmente delicata, come nel caso degli occhi, è consigliato recarsi al pronto soccorso ospedaliero.

Rimedi naturali contro la puntura delle api

Per alleviare il dolore, in particolare il bruciore, che deriva dalla puntura d'ape, dopo aver eseguito l'operazione di rimozione del pungiglione, è possibile utilizzare alcuni metodi naturali e casalinghi, in poche parole quelli della nonna, senza ricorrere necessariamente a creme o altri prodotti simili. Eccone, di seguito, i più conosciuti:

  • limone: applicando sulla zona della ferita un po' di succo di limone, anche se all'inizio brucia, è possibile mettere in atto un'azione antinfiammatoria;
  • cipolla: anche questa serve ad alleviare il dolore. Basta tagliarne una fetta e posizionarla sulla zona colpita finché non passa il bruciore;
  • patate: grazie all'amido che rilasciano i tuberi, sono ideali per diminuire gli arrossamenti della cute e in generale qualsiasi tipo di scottatura;
  • aglio: è utile passarne uno spicchio sulla parte del corpo che ha subito la puntura per contrastare l'infezione. Lasciatelo agire per circa 10 minuti e poi risciacquate con acqua fresca;
  • aceto: è l'unico prodotto naturale in grado di neutralizzare immediatamente il veleno. Basta bagnare un fazzoletto o una garza e tamponare la zona colpita;
  • bicarbonato: scioglietene una piccola quantità in acqua, realizzando un composto morbido da applicare sulla pelle per qualche minuto. Poi risciacquate sempre con acqua fredda;
  • olio d'oliva: bastano due cucchiai di olio d'oliva per ottenere un rimedio naturale e antinfiammatorio da lasciare sulla pelle punta per almeno una ventina di minuti, meglio ancora se mescolato a un po' di lavanda;
  • argilla: insieme all'aceto, è il prodotto che agisce più velocemente in caso di puntura di ape, in grado di neutralizzare il veleno, rendere più sopportabile il dolore e sgonfiare la cute. In alternativa, per alleviare il prurito, potete utilizzare anche aloe, melissa e olio di arnica.

Infezioni e shock anafilattico: quando la puntura d'ape è tossica

Alcune punture d'ape possono però non risolversi con i rimedi che abbiamo sinora elencato. Può capitare infatti che questi insetti, a causa del veleno contenuto nel loro pungiglione e rilasciato nella pelle del malcapitato di turno, soprattutto se si tratta di soggetti allergici, possa causare una reazione tossica. I sintomi iniziali sono gli stessi, con gonfiore e arrossamento della zona colpita, ma sono in genere seguiti anche dalla comparsa rapida di gonfiore attorno agli occhi, alle labbra, alla lingua, o alla gola, difficoltà a respirare, affanno o raucedine, prurito, crampi improvvisi o grave intorpidimento, crampi allo stomaco e, addirittura, perdita di conoscenza, con calo improvviso della pressione.

Quando si presentano questi sintomi, si è in presenza di shock anafilattico, il che richiede una terapia medica d'urgenza per la somministrazione di farmaci anti-shock come l'adrenalina oppure antistaminici. Si può stabilire se si è allergici alle punture di api con un semplice test cutaneo, usando del veleno depurato e liofilizzato. Ma bisogna sottolineare che solo il 20 per cento circa delle persone con un test cutaneo positivo va incontro a reazioni gravi in seguito a una puntura.

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