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Coronavirus, pronto il test europeo per la diagnosi: messo a punto all’Università di Padova

Gli scienziati del Laboratorio di Virologia dell’Università di Padova hanno messo a punto il test diagnostico europeo per il nuovo coronavirus emerso in Cina (2019-nCoV). I ricercatori, coordinati dal professor Andrea Cristanti, si sono basati sulla procedura sviluppata dal professor Christian Drosten dell’Università Charitè di Berlino e sulle sequenze genetiche del virus depositate nelle banche dati internazionali.
A cura di Andrea Centini
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Una nuova arma per diagnosticare il nuovo coronavirus emerso in Cina (2019-nCoV) è stata messa a punto presso il Laboratorio di Virologia dell'Università di Padova. Si tratta del nuovo, sensibilissimo test diagnostico europeo, che permette di identificare la presenza del patogeno nei campioni biologici dei pazienti: “È un test molto sensibile e si colloca fra i migliori al mondo”, ha dichiarato all'ANSA il professor Andrea Cristanti, responsabile del laboratorio veneto.

Il risultato è stato raggiunto grazie alla collaborazione di vari laboratori europei che fanno capo all'ENIVD, acronimo di European Network for Diagnostics of “Imported” Viral Dideases. Si tratta di una rete di ricerca specializzata nello studio di patologie infettive emergenti e riemergenti, dal'Ebola in Africa al Nipha in Malesia, passando per febbre emorragica virale sospetta o reale (VHF), Febbre del Nilo Occidentale, Dengue e altre patologie. Sono tutte causate da patogeni che possono diffondersi da focolai nazionali a contesti internazionali se non contenuti, come avvenuto proprio col nuovo coronavirus in Cina, ma anche con la SARS e la MERS, che condividono moltissime caratteristiche.

Il test europeo è stato messo a punto seguendo la procedura sviluppata da un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'istituto di Virologia dell'Università Charité di Berlino, che hanno collaborato con i colleghi del Dipartimento di Viroscienze di Rotterdam (Paesi Bassi), dell'Università di Hong Kong, del'Università di Aix-Marsiglia (Francia), dell'Università di Anversa( Belgio) e di altri istituti di ricerca sparsi per il mondo. Gli scienziati, guidati dal professor Christian Drosten, docente presso l'ateneo di Berlino e membro del Centro tedesco di ricerca sulle infezioni (DZIF), avevano depositato i dati della procedura sul sito www.eurosurveillance.org in seno all'articolo “Detection of 2019 novel coronavirus (2019-nCoV) by real-time RT-PCR”.

Il professor Cristanti ha sottolineato che sono state utilizzate “le nuove sequenze del coronavirus depositate nelle banche dati internazionali” per mettere a punto il nuovo test diagnostico. Nel momento in cui stiamo scrivendo, sulla base della mappa del contagio, il nuovo coronavirus ha infettato 20.679 persone uccidendone 427. La stragrande maggioranza dei casi è stata rilevata nella provincia di Hubei, dove si trova la città di Wuhan, considerata l'epicentro dell'epidemia.

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