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Covid 19

Coronavirus, come ridurre i rischi se devi viaggiare in aereo

Per chi deve viaggiare in aereo la diffusione del nuovo coronavirus emerso in Cina (SARS-CoV-2) può essere un motivo di preoccupazione, anche alla luce della stretta vicinanza tra i posti a sedere dei velivoli. Ecco cosa c’è da sapere sul rischio di trasmissione e quali sono i comportamenti per ridurre al minimo le probabilità di contagio.
A cura di Andrea Centini
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Il nuovo coronavirus emerso in Cina (SARS-CoV-2) è “sbarcato” anche in Italia, e casi di contagio si registrano ormai in tutte le Regioni, benché quelle del Nord risultino largamente più coinvolte. Nel momento in cui stiamo scrivendo, sulla base dei dati indicati nella “mappa del contagio”, nel nostro Paese risultano positive alla COVID-19 (l'infezione scaturita dal patogeno) circa 3.300 persone, mentre le vittime sono 107. Per far fronte all'emergenza il governo si è attivato con decreti di sicurezza ad hoc atti a ridurre il rischio di contagio; si passa dalle misure draconiane con l'isolamento delle zone rosse (come nel Lodigiano e in Veneto), fino al cosiddetto “droplet”, che raccomanda di mantenere una distanza dagli altri di almeno un metro nei luoghi pubblici, per evitare di entrare in contatto con le goccioline espulse dalla bocca con starnuti, tosse e la semplice conversazione. Da evitare anche baci e abbracci. Alla luce di questa situazione, in costante mutamento, chi deve viaggiare in aereo si pone naturalmente molteplici domande su come ridurre al minimo i rischi di un potenziale contagio, durante la trafila dei controlli, al gate e all'interno del velivolo. Ecco cosa c'è da sapere.

I controlli in aeroporto

Da quando l'epidemia di coronavirus ha iniziato a diffondersi in Cina, negli aeroporti di tutta Italia sono stati predisposti dei controlli sulla temperatura corporea (febbre) e sui sintomi respiratori (tosse, starnuti) al fine di individuare potenziali passeggeri affetti dalla COVID-19. Tale filtro riduce sensibilmente le probabilità di incontrare viaggiatori contagiati e sintomatici sia all'interno dei locali degli aeroporti che a bordo dei velivoli, dove per cause di forza maggiore i contatti sono molto ravvicinati. Come specificato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dal Ministero della Salute, “le persone sintomatiche sono la causa più frequente di diffusione del virus”, benché in rari casi sia possibile anche la trasmissione asintomatica. Lo dimostra anche il caso del probabile primo contagiato in Europa da coronavirus, un uomo tedesco di 33 anni infettato da una collega proveniente da Shanghai. L'OMS considera comunque “non frequente” la possibilità di contagio da parte di un individuo asintomatico, e ciò rende gli aeroporti (e gli aerei) decisamente più sicuri di altri luoghi e mezzi pubblici proprio in virtù dei controlli a monte.

Le norme igieniche di base

Come sottolineato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e dal Ministero della Salute, la prima “regola” per proteggersi dalla COVID-19 è il lavaggio frequente delle mani, con acqua e sapone per almeno 20 secondi oppure con un disinfettante gel a base di alcol. Questa indicazione è valida anche in aeroporto, così come quella di non portarsi le mani agli occhi, alla bocca e al naso. In caso di sintomi respiratori è inoltre doveroso utilizzare i fazzoletti di carta e starnutire/tossire contro il gomito, ma ovviamente chi li presenta dovrebbe rimanere a casa a riposo ed evitare di viaggiare, per non contagiare gli altri. È una buona norma della convivenza civile valida per ogni condizione infettiva. Gli aerei dovrebbero essere sanificati prima e dopo ciascun volo, ma sicuramente avere un gel disinfettante con sé può essere utile per lavarsi le mani una volta a bordo, evitando di andare più volte al bagno. In base a uno studio tedesco i coronavirus possono sopravvivere sulle superfici fino a 9 giorni in condizioni ideali (di bassa temperatura e umidità), ma ricerche sono ancora in corso e per il momento il Ministero della Salute e l'Organizzazione Mondiale della Sanità indicano la sopravvivenza del patogeno in alcune ore. Per chi volesse sentirsi ulteriormente sicuro, l'uso di una salvietta disinfettante sul tavolino posto sullo schienale del sedile di fronte sicuramente non fa male a nessuno.

Le code ai controlli e al gate

Nel decreto con le misure per l'emergenza firmato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte è stato introdotto il già citato droplet, ovvero il tenersi a distanza dagli altri di almeno un metro nei luoghi pubblici. Tale misura è stata prevista per le zone rosse, ma la raccomandazione è estesa a tutti i cittadini italiani per ridurre la diffusione dell'infezione. La sua applicazione, anche se necessaria, è considerata da molti piuttosto complicata, e in aeroporto lo è ancora di più. Durante il controllo dei bagagli a mano, mentre si fa la fila per la consegna del bagaglio in stiva e al gate si formano normalmente affollamenti e lunghe code, così come sugli autobus che ci accompagnano al velivolo. Dunque come comportarsi? Sicuramente è richiesta la buona collaborazione di tutti i viaggiatori per evitare la formazione di raggruppamenti, e non si esclude che accessi contingentati (come già sta avvenendo per altri locali pubblici), avvisi e il supporto di operatori aeroportuali possano agevolare la corretta applicazione della misura. Il rispetto per sé stessi e per gli altri è sicuramente alla base della misura del droplet.

A bordo dell'aereo

Una volta saliti sull'aereo mantenere le distanze ovviamente non è possibile, dato che ci si trova in una condizione di “stretto contatto” anche per ore, considerato il metodo di trasmissione principale della COVID-19. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) definisce i casi di contatto stretto, fra gli altri, quelli di “una persona che abbia viaggiato seduta in aereo nei due posti adiacenti, in qualsiasi direzione, di un caso di COVID-19, i compagni di viaggio o le persone addette all’assistenza e i membri dell’equipaggio addetti alla sezione dell’aereo dove il caso indice era seduto (qualora il caso indice abbia una sintomatologia grave od abbia effettuato spostamenti all’interno dell’aereo, determinando una maggiore esposizione dei passeggeri, considerare come contatti stretti tutti i passeggeri seduti nella stessa sezione dell’aereo o in tutto l’aereo)”. In base a uno studio condotto nel 2018 da scienziati dell'Università Emory di Atlanta e della Scuola di Matematica del Georgia Institute of Technology, il “The FlyHealthy Research Team”, è stato determinato che i posti a sedere vicino al finestrino risultano i più sicuri nel caso fosse presente una persona infetta (di un virus respiratorio x) a bordo, poiché chi si siede lì ha in genere meno contatti con gli altri passeggeri. Tuttavia lo specialista di malattie infettive David Weber dell'UNC Medical suggerisce di non volare vicino ai finestrini in inverno, perché “potrebbero essere più freddi e avere più flusso d'aria riciclata”, con un aumentato rischio di contrarre potenziali patologie respiratorie.

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