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Corni di rinoceronte in vendita sul web: l’asta avviata in Sudafrica scatena le polemiche

Dopo aver vinto una causa giudiziaria l’allevatore John Hume ha messo all’asta 264 corni di rinoceronte. Gli ambientalisti lo accusano di far aumentare la domanda e incentivare il mercato nero, responsabile della mattanza degli animali.
A cura di Andrea Centini
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In Sudafrica è stata autorizzata la prima asta online per la vendita di corni di rinoceronte, un evento figlio di una lunga controversia legale tra le autorità e il maggior allevatore di questi animali, John Hume. Tutto ebbe inizio nel 2009, quando la magistratura, con una controversa sentenza, annullò di fatto il bando alla vendita locale dei corni, facendo così aprire un canale ufficiale (anche) per tutelare i grossi mammiferi dalla caccia di frodo. Il mercato nero dei corni di rinoceronte è infatti estremamente florido, in particolar modo nei paesi asiatici, dove la polvere ottenuta dalla frantumazione viene venduta anche a 60mila dollari al chilogrammo. La ragione risiede nelle “miracolose” proprietà medicinali attribuitegli dalla medicina tradizionale. Si stima che il mercato illegale valga dai 70 agli oltre 200 miliardi di dollari l'anno, e ciò si traduce in una mattanza spregiudicata di questi meravigliosi animali, portati sull'orlo dell'estinzione dal bracconaggio. Non è un caso che entro trenta anni, se non si porrà fine a questo massacro, essi possano sparire per sempre.

Il governo sudafricano ha fatto il possibile per evitare che John Hume mettesse all'asta i corni dei suoi animali, ma dopo aver vinto una causa giudiziaria ha ottenuto prima il via libera dall'Alta Corte di Pretoria e successivamente l'autorizzazione dal South African Department of Environmental Affairs. Hume possiede 1.200 rinoceronti e fa prelevare regolarmente – sotto anestesia – i corni ai suoi animali dai veterinari; si tratta infatti di una struttura di cheratina (non ossea) composta da peculiari peli cementati fra loro, che ricresce dopo essere stata rimossa. Lo scopo di tali interventi è evitare che gli animali vengano uccisi dai bracconieri. I proventi della vendita online gestita dalla casa d'aste Van's Auctioneers, spiega Hume, serviranno a tutelare ulteriormente i rinoceronti.

Poiché il mercato sudafricano è praticamente fermo e Hume ha fatto tradurre il sito dell'asta sia in cinese che in vietnamita, le associazioni ambientaliste accusano l'allevatore di rivolgersi proprio a quei clienti ingenui interessati alle proprietà medicinali dei corni. Il mercato legale, aggiungono le associazioni, generando domanda favorisce anche quello illegale, mettendo così ancor più a repentaglio la vita dei rinoceronti. Il commercio internazionale dei corni è vietato in base alla regolamentazione CITES (Convention on international trade of endangered species), tuttavia il rischio che i 264 pezzi (per un peso complessivo di circa 500 chilogrammi) messi all'asta da Hume possano uscire dal Sudafrica “sottobanco” non è da sottovalutare, viste le enormi cifre che ruotano attorno a questo mercato.

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