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Come smaltire l’albero di Natale nel rispetto della natura

Dopo l’Epifania spesso accade di non sapere come comportarsi con l’albero di Natale che ha decorato la nostra abitazione per settimane. A chi consegnarlo? È possibile piantarlo in giardino se è vivo? Ecco alcuni suggerimenti per smaltire la pianta (vera o finta che sia) nel pieno rispetto della natura e delle leggi.
A cura di Andrea Centini
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L'albero di Natale rappresenta indubbiamente una delle decorazioni più amate dagli italiani, come del resto dimostrano i numeri indicati dalla Coldiretti, tuttavia molto spesso al termine delle festività in tanti non sanno come “disfarsi” dell'ingombrante pianta. Per sapere come smaltire correttamente il proprio albero di Natale bisogna naturalmente tenere ben presenti le caratteristiche dello stesso; un albero vero, solitamente un abete rosso o peccio (Picea abies), va trattato in modo diverso da uno sintetico, così come una pianta viva può avere una sorte differente da una senza radici e dunque destinata a seccarsi. Vediamo come comportarsi in ciascuna di queste situazioni.

Come smaltire un albero vero (vivo)

Quando si acquista un vero abete nella maggior parte dei casi è lo stesso vivaista a indicarci il metodo migliore per lo smaltimento dopo l'Epifania. Se l'albero ha le radici ed è dunque vivo e vegeto si può innanzitutto pensare di piantarlo nel proprio giardino di casa, a patto naturalmente di vivere in un luogo dove ci sono le condizioni climatiche adatte. L'abete rosso non tollera infatti il clima Mediterraneo, dunque tale soluzione è attuabile solo nei luoghi montani idonei (Alpi, alcune zone degli Appennini). È importante non andare a piantare l'albero spontaneamente in montagna o in un bosco, come sottolinea il Programma per il riconoscimento di schemi nazionali di Certificazione Forestale (PEFC); ciò può infatti comportare diversi problemi, ad esempio di tipo genetico. Nel caso in cui non possiate tenere l'albero vivo, ci sono alcuni vivai che lo ritirano al termine delle festività e lo custodiscono per voi fino al prossimo anno. In alternativa, si può contattare il proprio Comune per sapere se ha organizzato centri di consegna o programmi di ritiro ad hoc, come molto spesso avviene. Quando sono vivi gli alberi ritirati possono essere inseriti in progetti di piantumazione.

Come smaltire un albero vero (morto)

Se avete acquistato un albero vero ma senza radici, le cosiddette “punte d'abete” o cimali (il 10 percento degli alberi di Natale veri in Italia viene venduto così), la pianta è destinata a seccarsi, dunque andrà smaltita in modo corretto. Purtroppo anche molti alberi comprati vivi vanno incontro a questo destino durante la loro "funzione". Dunque che fare con un albero morto? Le parti più piccole come i ramoscelli possono essere utilizzate nella compostiera domestica, mentre quelle più grandi, se si ha un camino a casa, possono essere tranquillamente sfruttate come legna da ardere. Ricordiamo che alcuni comuni prevedono la raccolta dei cosiddetti sfasci di potature; alberi opportunamente sezionati possono essere inseriti anche in questa categoria speciale di cassonetti, laddove previsto. In alternativa ci si può recare direttamente alla stazione ecologica del proprio comune di residenza, dove l'albero verrà ritirato e smaltito (molto spesso per farne concime per l'agricoltura). Dopo le festività natalizie, come già indicato, molti comuni organizzano il ritiro a casa o centri di raccolta a costo zero dove portare sia gli alberi veri che quelli finti.

Come smaltire un albero sintetico

Come indicato da Coldiretti, in Italia ogni anno vengono venduti ben 5 milioni di alberi in plastica. Ciò significa che non tutti ripongono il proprio albero sintetico in una scatola per poi tirarlo fuori alle successive festività natalizie; c'è inoltre chi decide di disfarsene perché diventato vecchio o magari perché si è danneggiato. Gli alberi in plastica, considerati molto più inquinanti degli abeti rossi veri, vanno necessariamente consegnati alle stazioni ecologiche comunali, che li introdurranno nel normale processo di riciclo. Quelli piccoli potrebbero essere anche predisposti per la differenziata (plastica), ma è bene contattare il proprio comune per conoscere eventuali limiti.

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