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Come fanno le droghe intelligenti a renderci ‘campioni’ di scacchi, e non solo

Il Modafinil e il Metilfenidato sono in grado di migliorare sensibilmente le prestazioni cognitive di chi li assume, mentre la caffeina ha un effetto decisamente minore. I benefici nel ragionamento complesso sono talmente elevati che le due sostanze sono considerate doping dalla Federazione Internazionale degli Scacchi.
A cura di Andrea Centini
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scacchi

Un team di ricercatori dell'Università di Magonza (Germania) attraverso uno studio in doppio cieco randomizzato e controllato ha dimostrato l'efficacia dei farmaci Modafinil e Metilfenidato come stimolatori cognitivi, capaci di aumentare sensibilmente le abilità riflessive nei giocatori di scacchi. Nell'esperimento è stata utilizzata anche la caffeina, che tuttavia ha dimostrato effetti molto inferiori rispetto alle altre due sostanze, le cui proprietà sono ben note negli ambienti studenteschi. Gli studiosi, coordinati dal professor Klaus Lieb, direttore del Dipartimento di Psichiatria e Psicoterapia presso l'ateneo tedesco, hanno coinvolto nel progetto 39 scacchisti uomini, ai quali hanno somministrato specifiche concentrazioni dei farmaci (2×200 mg di Modafinil, 2×20 mg Metilfenidato e 2×200 mg di caffeina) o un placebo e ne hanno valutato sia le prestazioni durante le partite che attraverso test neuropsicologici.

Tutti i giocatori di scacchi sono stati impegnati per quattro giorni in una serie di partite da 15 minuti ciascuna, nelle quali hanno dovuto sfidare il computer nel celebre software scacchistico Fritz 12 di ChessBase, plasmato sulle abilità di ciascun partecipante. I ricercatori hanno evidenziato sensibili miglioramenti cognitivi con aumento nei tempi di riflessione relativi all'assunzione del Modafinil e del Metilfenidato, che tuttavia, a causa dell'esiguo tempo a disposizione, sono collimati con un maggior numero di sconfitte. L'aumento delle performance scacchistiche vere e proprie è emerso solo dopo aver rimosso il fattore tempo dall'esperimento, con punteggi più alti decisamente superiori rispetto a quelli ottenuti attraverso il placebo. “Ci ha stupito osservare che i giocatori erano più lenti del normale – ha sottolineato l'autore principale dello studio – , ciò suggerisce che i loro processi mentali sembrerebbero più profondi”.

Gli effetti positivi dei farmaci sono talmente elevati che, secondo i ricercatori, per un giocatore sarebbe come passare dalla posizione 5.000 alla 3.500 del ranking mondiale. Non è un caso che entrambe le sostanze vengano considerate doping dalla Federazione Internazionale degli Scacchi (FIDE), che li ha banditi sin dal 2014. Per chi volesse assumerli per altre ragioni, è naturalmente necessaria l'attenta valutazione del proprio medico, dato che non si tratta di farmaci esenti da effetti collaterali. I dettagli dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata European Neuropsychopharmacology.

La ‘droga intelligente'

Nato per contrastare la narcolessia, una patologia caratterizzata da eccessiva sonnolenza diurna e allucinazioni, il Modafinil, farmaco conosciuto anche col nome commerciale di Provigil, è uno stimolatore in grado di aumentare i livelli di istamina nell'ipotalamo e dunque di mantenere vigile il paziente trattato. Tali caratteristiche lo hanno reso a tutti gli effetti una ‘droga intelligente', in grado catalizzare le performance congnitive come la capacità di concentrazione; non è un caso che esso spopoli soprattutto fra gli studenti.  Le sue proprietà sono state confermate da vari studi, tra i quali il più autorevole è quello di revisione svolto recentemente dall'Università di Oxford.

[Foto di Jarmoluk]

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