Cinque fatti storici che credete siano veri
I luoghi comuni sono difficili da estirpare, in qualunque settore dello scibile o dell'esistenza umana: eccone alcuni, di argomento storico, tra i più diffusi.
Caligola era pazzo per cui nominò senatore il proprio cavallo
L’imperatore romano regnò appena quattro anni, dal 37 al 41 d. C., ossia fino a quando venne assassinato da un gruppo di guardie all'età di 29 anni. Del suo periodo, e del suo operato al potere, restano esigue testimonianze documentarie ma sufficienti ad aver creato il mito di un essere depravato e piuttosto stravagante. Alcuni storici moderni sono più propensi a vedere nella figura di questo giovane un imperatore non del tutto negativo, che aveva brillanti doti da stratega e che prese provvedimenti come quello dell’abbassamento delle tasse. Ciononostante, il luogo comune di un Caligola completamente folle permane e resta saldamente ancorato all'episodio più rappresentativo in merito: il momento in cui nominò il proprio cavallo senatore. In verità, il sovrano non credeva che un equino potesse svolgere attività politica: il suo gesto era finalizzato a sottolineare semplicemente il proprio disprezzo per il Senato e per i Senatori, umiliati così da un imperatore che voleva dir loro che il proprio cavallo avrebbe potuto svolgere il loro lavoro allo stesso modo. D'altronde, perché stupirsi? Il Senato restava un’istituzione legata alla tradizione repubblicana di Roma, in uno Stato che ormai era diventato un principato con tutte le conseguenze legate all'attribuzione di un potere immenso ad una sola persona, scelta oltretutto secondo il criterio dell'ereditarietà. Più che pazzo, Caligola era uno dei tanti individui con tendenze dispotiche che la storia ha regalato all'umanità.
Le piramidi dell’Antico Egitto furono costruite dagli schiavi
Dinanzi all'immensità delle piramidi egizie la domanda che circola nella mente di chi osserva a bocca aperta è l’inevitabile «Ma come avranno fatto?» Certamente trascinare i grossi blocchi lungo un percorso di sabbia non doveva essere un’impresa poco faticosa: l’uso dell’acqua come lubrificante diminuiva senz'altro l’attrito e consentiva alla sabbia di non creare cumuli in virtù del trascinamento, fatto che avrebbe reso ancor più difficili e lunghe le operazioni. Ciononostante, nel nostro immaginario gli uomini addetti a questo miserabile lavoro non potevano essere altro che schiavi: chi avrebbe potuto scegliere, infatti, un’attività del genere? In realtà si tratta di un mito che, almeno per alcune precise piramidi, è stato sfatato dagli archeologi: la costruzione di queste imponenti strutture, infatti, comportava l'apertura di veri e propri cantieri ai quali affluivano operai specializzati i quali lavoravano in cambio di una retribuzione e, probabilmente, restavano accampati nei pressi durante la notte. Verosimilmente, alla notizia della possibilità di un pasto quotidiano, giungevano anche uomini da luoghi più lontani, come la Palestina: un po’ come accade anche oggi, tutto sommato.
Durante il medioevo le streghe bruciavano sui roghi
Quando si pensa alla persecuzione delle streghe, immediatamente si accende nella mente il collegamento con i “secoli bui” dell’Europa, giusto? In verità il fenomeno dei processi e dei roghi ai danni delle sventurate accusate di essere messaggere del diavolo in Terra caratterizzò soprattutto l’età moderna, tant'è che uno dei più celebri episodi del genere si verificò nell'America dei coloni, con la storia del villaggio di Salem assalito da una vera e propria isteria collettiva che culminò con 19 condanne e relative esecuzioni capitali. La caccia streghe iniziò sul finire del XV secolo per estendersi fino al XVIII, coinvolgendo in alcuni sporadici casi veri e propri criminali ma, per lo più, povere emarginate, talvolta insane di mente, in ogni caso prive di qualunque peso sociale. Non che durante il medioevo la Chiesa non avesse avuto i propri personali nemici da sottoporre a persecuzione: ma si trattò soprattutto di eretici come nel caso degli Albigesi, dei Valdesi o dei Catari. L'incrudelirsi delle persecuzioni, al punto da giungere ad ampliare di tanto gli “obiettivi”, è stato sovente oggetto di dibattito tra gli storici: tra le cause del fenomeno una delle più importanti da tener presente è il colpo assestato dalla riforma protestante all'unità religiosa dell’Europa.
Ancora Medioevo: quando gli uomini credevano che la Terra fosse piatta
Il Medioevo è stato e continua ad essere troppo spesso di una "propaganda negativa" a tratti ingiustificata: nata probabilmente a partire dalla netta cesura con il mondo passato che vollero decretare gli intellettuali del primo umanesimo, ha assunto con il tempo i toni ingenui del luogo comune e popolare che ha dimenticato che, quando si parla di "secoli bui d'Europa", si fa riferimento ad un arco di tempo durato praticamente un millennio. Il mondo "moderno", secondo la convenzionale classificazione storica adottata nelle scuole, si suole farlo iniziare con la "scoperta dell'America" del 1492 quando, a quanto pare, gli uomini scoprirono improvvisamente che Cristoforo Colombo aveva ragione e che la Terra era effettivamente sferica. Niente di più falso, naturalmente.
A parte al fatto che nella Grecia antica la sfericità della Terra era considerata una nozione acquisita esattamente come lo è per noi, ma nel III secolo a. C. Eratostene di Cirene ne aveva già calcolato con ottima approssimazione la circonferenza. Si potrebbe obiettare che a partire dall'Alto Medioevo la cultura si ritirò nei monasteri e che molti trattati scientifici antichi andarono perduti: ma la verità è che la gran parte dei principali autori del periodo non mise mai in dubbio il concetto di sfericità della Terra. Oltretutto, soprattutto nel Medioevo, un simbolo ricorrente era quello del globo crucigero, ossia di una sfera sormontata di una croce: cosa poteva mai rappresentare se non il dominio della Chiesa sul mondo rappresentato, quindi, in forma di sfera? Stesso discorso per il basso Medioevo, basti pensare che per lo stesso Tommaso d'Aquino il problema della piattezza della Terra non si poneva neanche. E se credete che il discorso riguardasse soltanto gli eruditi e non le persone comuni, ricordate che la Divina Commedia di Dante, destinata ad un pubblico decisamente ampio, descrive la Terra come sferica.
Cristoforo Colombo fu il primo a metter piede in America
Non è così. E non è neanche vero che, in luogo del grande navigatore orgoglio e vanto d’Italia, furono i vichinghi i primi ad approdare sulle coste del continente americano. I primi abitanti d’America furono quelli che oggi chiamiamo indiani d’America o amerindi o nativi o indigeni, discendenti di coloro i quali giunsero lì attraversando lo stretto di Bering , circa 12.000 anni fa, radicandosi in quei luoghi nel corso dei secoli, alcuni restando legati ai territori settentrionali, altri spostandosi fino all'estremo sud del vasto continente. Gli stessi che diedero vita a dozzine di popoli diversi i quali sono stati nel tempo oggetto di massacri, genocidi, sterilizzazioni coatte, emarginazione in riserve. E questo lo sanno tutti, non è affatto una novità: ma il luogo comune, troppo spesso, ce lo fa dimenticare.