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Cicogna bianca e airone bianco maggiore uccisi a fucilate: cacciatori di frodo senza pietà

I bracconieri hanno colpito ancora, macchiandosi di due vergognosi crimini ai danni dell’avifauna protetta italiana. Nel primo caso è stata abbattuta una magnifica cicogna, trovata morta in cima a un traliccio in provincia di Cosenza; nel secondo a rimanere vittima dei cacciatori di frodo è stato un airone bianco maggiore, uno degli uccelli più grandi ed eleganti presenti nel nostro Paese.
A cura di Andrea Centini
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Credit: LIPU Rende
Credit: LIPU Rende

Una cicogna bianca (Ciconia ciconia) e un airone bianco maggiore (Ardea alba) sono stati uccisi a fucilate dai cacciatori di frodo in due eventi distinti, rispettivamente in Calabria e nel Lazio. Si tratta di gravissimi e inqualificabili atti di bracconaggio contro specie particolarmente protette non confondibili con uccelli cacciabili, e che per l'ennesima volta mettono in mostra il lato più barbaro e spregevole dell'essere umano. L'uccisione dei due elegantissimi animali, che ha fatto scattare le denunce per l'individuazione dei resposabili, giunge a poche settimane dall'abbattimento di Dusti, un rarissimo esemplare di ibis eremita (Geronticus eremita) ucciso mentre volava dei pressi dell'Oasi della laguna di Orbetello, in Toscana.

La morte della cicogna. Il corpo esanime della cicogna bianca è stato trovato adagiato sul proprio nido, costruito sulla cima di un traliccio posto ai confini tra i comuni di Torano, Luzzi e Lattarico, nella valle del Crati in provincia di Cosenza. A causa della posizione elevata e pericolosa, per la rimozione è stato richiesto l'intervento del personale specializzato dell'ENEL. A render ancor più triste la morte della cicogna, probabilmente svernante nell'area da molti anni, il fatto che il suo nido era monitorato in seno al progetto “Cicogna bianca Calabria”, messo a punto proprio per favorire la ricolonizzazione della specie nelle provincie di Cosenza e Crotone. Le cicogne sono inoltre uccelli monogami, dunque la morte di questo esemplare rappresenta una grave perdita per l'intera specie; il compagno (o la compagna) potrebbe non trovare un nuovo partner per riprodursi. La conferma dell'abbattimento è arrivata dall'esame necroscopico, che ha evidenziato la presenza di pallini nel corpo. La LIPU di Rende, che ha annunciato la morte della cicogna, ha immediatamente sporto denuncia e rinnovato la richiesta di un Daspo, ovvero la sospensione della caccia nell'intera zona.

Airone con 6 pallini in corpo. Poche ore prima del ritrovamento della cicogna, i volontari del Centro Habitat Mediterraneo LIPU Ostia hanno comunicato il ritrovamento della carcassa di un esemplare di airone bianco maggiore, uno degli uccelli più eleganti e grandi presenti in Italia. Può infatti superare il metro di altezza e sviluppare un'apertura alare di ben 170 centimetri. Potete vederne alcuni magnifici esemplari (accompagnati da garzette e altre specie) nel filmato qui in basso, registrato nei pressi del lago di Fogliano in provincia di Latina.

L'airone abbattuto è stato trovato dall'educatore cinofilo Giuseppe Viero all'Isola Sacra, nel Comune di Fiumicino. Anche in questo caso l'esame radiografico, condotto dal dottor Giovanni Meriano, ha evidenziato la presenza di pallini nel suo corpo; ne sono stati trovati sei. L'atto è stato duramente condannato da Alessandro Polinori, Responsabile del Centro Habitat Mediterraneo LIPU Ostia e Consigliere Nazionale LIPU: “Questo ennesimo grave episodio di bracconaggio all'Isola Sacra, ai danni di un airone bianco maggiore, uno degli uccelli più eleganti che abbiamo in Italia, peraltro particolarmente protetto ed assolutamente non confondibile con specie cacciabili – ha dichiarato Polinori – ripropone l'assurdità del fatto, da noi già denunciato negli anni passati anche allo stesso Comune di Fiumicino, che sia ancora consentita la caccia in una zona così delicata, situata alla foce del Tevere ed in linea d’aria a poche centinaia di metri dall’oasi LIPU del CHM. sito estremamente importante per il transito e la sosta degli uccelli migratori”. Polinori ha aggiunto che in passato sono state prese di mira altre specie protette – come spatole e rapaci – e che anche i frequentatori della zona hanno rischiato di restare impallinati. La LIPU ha sporto denuncia nella speranza che il responsabile dell'ignobile atto venga individuato al più presto, e che simili episodi non si ripetano più.

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