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Covid 19

Chi soffre di schizofrenia ha un rischio triplo di morire per COVID-19

Analizzando i dati di circa 7.500 pazienti COVID ricoverati nello Stato di New York, un team di ricerca del Langone Medical Center ha dimostrato che chi soffriva di schizofrenia aveva un rischio 2,7 volte superiore di morire per l’infezione da coronavirus SARS-CoV-2. Era il più grande fattore di rischio dopo l’età.
A cura di Andrea Centini
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I pazienti contagiati dal coronavirus SARS-CoV-2 che soffrono di schizofrenia hanno un rischio di morire quasi tre volte superiore rispetto a chi non presenta questa patologia mentale. Poiché chi è colpito da schizofrenia normalmente ha una vita media di 15-20 anni inferiore, gli scienziati pensavano che la maggior mortalità riscontrata per COVID-19 (l'infezione provocata dal patogeno) potesse in qualche modo essere associata ai problemi cardiaci, al vizio del fumo, al diabete, alla ridotta assistenza sanitaria e ad altre condizioni che spesso sono presenti in questi pazienti, tuttavia lo studio mostra che vi sarebbe un impatto diretto della malattia mentale. La schizofrenia, in parole semplici, potrebbe interferire col sistema immunitario e rendere il coronavirus più letale.

A condurre l'indagine un team di ricerca americano guidato da scienziati del Langone Medical Center dell'Università di New York, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Nathan Kline Institute for Psychiatric Research di Orangeburg e del Dipartimento di Psichiatria del Vagelos College of Physicians and Surgeons dell'Università Columbia. Gli scienziati, coordinati dal professor Donald Goff, docente di Psichiatria presso l'ateneo statunitense, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato le cartelle cliniche di circa 7.500 pazienti, tutti ricoverati presso i quattro ospedali del NYU Langone (a New York City e Long Island) tra il 3 marzo e il 31 maggio 2020, durante la prima ondata della pandemia. Gli scienziati hanno calcolato i tassi di mortalità tra i pazienti a 45 giorni dalla positività riscontrata dopo il tampone oro-rinofaringeo.

Dall'analisi dei dati è emerso che il principale fattore di rischio nella mortalità per COVID-19 era l'età dei pazienti. Chi aveva 75 o più anni aveva infatti un rischio di ben 35,7 volte superiore di morire rispetto alle fasce più giovani. Il secondo fattore di rischio messo in evidenza era proprio la schizofrenia; chi ne soffriva aveva una probabilità 2,7 superiore di morire rispetto agli altri. Questa malattia mentale rappresentava un rischio maggiore del sesso maschile, della presenza di malattie cardiache e dell'etnia, considerati anch'essi fattori di rischio significativi. “I nostri risultati dimostrano che le persone con schizofrenia sono estremamente vulnerabili agli effetti della COVID-19”, ha dichiarato in un comunicato stampa la professoressa Katlyn Nemani, prima autrice dell'indagine. “Grazie a questa scoperta, gli operatori sanitari possono garantire priorità nella somministrazione di test, cure mediche e vaccini per questo gruppo di pazienti”, ha aggiunto l'esperta.

Tra i 7.500 pazienti contemplati nello studio il 14 percento presentava schizofrenia, ansia e altre condizioni mentali, ma solo in 75 erano schizofrenici. Gli scienziati hanno determinato che chi soffriva di ansia, disturbi dell'umore e altre patologie mentali non aveva un rischio maggiore di morire per COVID-19, a differenza degli schizofrenici. Secondo gli esperti, questa malattia potrebbe alterare la risposta immunitaria e favorire la cosiddetta tempesta di citochine, una risposta esagerata del sistema immunitario che può portare a diffusa infiammazione, insufficienza mutiorgano e sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS), condizioni spesso fatali. Spesso i pazienti schizofrenici soffrono anche di obesità, come specificato dal professor Matthew Hotopf, e gli autori dello studio non hanno preso in esame questo fattore, così come l'uso di farmaci e le condizioni socioeconomiche nella propria analisi. Pertanto i risultati della ricerca devono essere letti con cautela e serviranno ulteriori indagini per tutte le conferme del caso. Ciò che è certo è che i pazienti con schizofrenia rappresentano una fascia molto vulnerabile della popolazione e spesso non hanno un facile accesso alle cure mediche di cui hanno bisogno, per questo è fondamentale tutelarli con priorità durante la pandemia. I dettagli della ricerca “Association of Psychiatric Disorders With Mortality Among Patients With COVID-19” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata JAMA Psychiatry.

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