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Cerbiatto a due teste, la creatura della foresta attira la curiosità degli scienziati

Durante una passeggiata in una foresta alla ricerca di funghi, un uomo del Minnesota si è imbattuto in un misterioso cervo dalla coda bianca con due teste. L’esame necroscopico ha dimostrato che in realtà si trattava di due gemelli siamesi, morti poche ore prima del ritrovamento. I due animali non hanno mai respirato, ma la madre si è presa cura di loro per qualche tempo.
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A cura di Andrea Centini
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Un misterioso cucciolo di cervo con due teste è stato trovato da un cercatore di funghi nei pressi di Freeburg, nel Minnesota (Stati Uniti), a un paio di chilometri di distanza dal fiume Mississippi. L'uomo, turbato dall'avvistamento inquietante, ha immediatamente contattato il Dipartimento delle Risorse Naturali per le verifiche sulla strana creatura, rinvenuta già morta ma in perfette condizioni. Tra gli esperti intervenuti sul posto vi era il professore di origini italiane Gino D'Angelo, docente di ecologia e gestione dei cervi presso la WGAWA School of Forestry and Natural Resources dell'Università della Georgia, che ha prelevato la carcassa per gli esami di rito.

Lo studioso è rimasto particolarmente colpito per il ritrovamento, avendo subito intuito di trovarsi innanzi a due gemelli siamesi di cervo dalla coda bianca o cervo della Virginia (Odocoileus virginianus). Questo tipo di malformazione, ben nota tra gli esseri umani e diversi animali domestici, è infatti un evento particolarmente raro tra gli animali selvatici. Non a caso, in letteratura scientifica, tra il 1671 e il 2006 sono finiti soltanto 19 casi di gemelli siamesi di animali non domestici, tra i quali cinque relativi alla famiglia dei cervidi. A rendere ancor più interessante e unica la scoperta sotto il profilo scientifico, il fatto che si è trattato dei primi cervi della coda bianca siamesi trovati dopo il parto. Le altre due coppie furono infatti individuate nell'utero della madre.

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Dal completo esame necroscopico eseguito sulla carcassa, coadiuvato anche da risonanza magnetica e tomografia computerizzata, D'Angelo e colleghi hanno determinato che i due cerbiatti erano fusi all'altezza del torace, dal quale la colonna vertebrale si divideva in due colli e teste separate. Sebbene vi fossero due distinti tratti gastrointestinali, soltanto uno era regolarmente collegato all'ano. I cerbiatti avevano due distinti cuori all'interno di un sacco pericardico comune, due milze ma un solo fegato malformato. Dai test condotti sui polmoni è stato dimostrato che gli animali non hanno mai potuto respirare, quindi sono nati già morti. Nonostante ciò, sono stati trovati in posizione corretta e perfettamente puliti e asciutti, segno che la madre, spinta dall'istinto, deve averli assistiti e coccolati per un po' di tempo, prima di intuire la drammatica situazione. Quando sono stati trovati dal cercatore di funghi, il parto doveva essere avvenuto solo qualche ora prima.

Il caso dei due cerbiatti, dalla cui autopsia sono state raccolte preziose informazioni sul fenomeno dei gemelli siamesi, ancora avvolto da diversi lati oscuri, ricorda quello della focena con due teste recuperata da pescatori al largo di Hoek van Holland, una piccola frazione del comune di Rotterdam, in Olanda. In quel caso, dopo le fotografie di rito, gli uomini gettarono la carcassa in mare credendo di incappare in gravi sanzioni, trattandosi di un cetaceo (comunque già morto). I dettagli sull'autopsia condotta sui due cerbiatti sono stati pubblicati sulla rivista scientifica The American Midland Naturalist.

[Credit: Università della Georgia]

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