Catastrofica ondata di morti premature a causa della pandemia: persi 20,5 milioni di anni di vita
Alla data odierna, venerdì 19 febbraio 2021, in base alla mappa interattiva dell'Università Johns Hopkins la pandemia di COVID-19 ha provocato oltre 110 milioni di infezioni da coronavirus SARS-CoV-2 e circa 2,5 milioni di morti (in Italia i contagi complessivi sono 2,7 milioni e le vittime poco meno di 95mila). Nonostante questi numeri drammatici, in molti continuano a negare l'esistenza del virus, oppure a paragonarlo ai patogeni responsabili di una semplice influenza. Sempre più studi, tuttavia, stanno dimostrando come questa visione negazionista della pandemia non è assolutamente supportata dall'evidenza scientifica. Una nuova ricerca, ad esempio, ha appena dimostrato che a causa della pandemia che stiamo vivendo sono andati perduti oltre 20,5 milioni di anni di vita, una cifra dalle 2 alle 9 volte superiore rispetto a quella che mediamente si registra a causa delle epidemie di influenza stagionale.
A determinare questo impatto catastrofico sugli anni di vita perduti è stato un team di ricerca guidato da ricercatori dell'Università Pompeu Fabra di Barcellona, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Istituto Istituto Max Planck per la Ricerca Demograficadi Rostock (Germania), del Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università del Wisconsin-Madison (Stati Uniti) e del Nuffield Department of Primary Care Health Science dell'Università di Oxford (Regno Unito). Gli scienziati, coordinati dal professor Héctor Pifarré i Arolas, docente presso il Center for Research in Health Economics dell'ateneo catalano, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato i dati di oltre 1,2 milioni di decessi verificatisi in 81 Paesi, tenendo presente l'aspettativa di vita per ciascuno di essi e le indicazioni sui decessi totali provocati dal coronavirus SARS-CoV-2.
Incrociando tutti i dati, come indicato, è risultata una perdita complessiva di anni pari a oltre 20,5 milioni, circa 16 anni per ogni singolo decesso. Gli anni di vita perduti (YLL) rappresenta la differenza tra l'età di un individuo quando muore e l'aspettativa di vita che aveva. In parole semplici, la pandemia di COVID-19 ha provocato una vera e propria ondata di morti premature, considerando i milioni di anni perduti. Ciò è chiaramente in contrasto con le affermazioni irrispettose di chi, ad esempio, dice che gli anziani deceduti (la categoria più colpita) sarebbero comunque morti di lì a poco. Ciò è falsissimo. Secondo i calcoli degli autori dello studio, il 44,9 percento del totale degli anni perduti si è concentrato nella fascia di età tra i 55 e i 75 anni; il 30,2 percento nella fascia di età al di sotto dei 55 anni anni e il 25 percento in chi aveva più di 75 anni. Gli uomini, che sono sensibilmente più colpiti dalle complicazioni fatali della COVID-19, hanno perso il 44 percento di anni di vita in più rispetto alle donne. Come indicato, gli anni di vita perduti sono stati dalle 2 alle 9 volte superiori rispetto a quelli che si perdono mediamente a causa delle epidemie di influenza. Rispetto alle patologie cardiache, che rappresentano la principale causa di morte assieme ai tumori, gli anni di vita perduti a causa del coronavirus sono risultati essere in media dal 25 percento al 50 percento in più, come mostra il grafico sottostante.
Per quanto concerne i singoli Paesi, Pifarré i Arolas e colleghi hanno determinato che durante la pandemia nel Regno Unito sono stati perduti 833.874 anni di vita, con una media di 11,4 anni per persona (11,5 per gli uomini e 10,8 per le donne), mentre in Spagna sono stati perduti 572.567 anni di vita, una media di 11,24 anni. Gli scienziati hanno sottolineato che a causa della notevole difficoltà nel reperire dati “puliti” da tutti i Paesi, le statistiche possono risultare sottostimate o sovrastimate, ma rappresentano comunque un quadro piuttosto chiaro dell'ondata di mortalità prematura causata dalla pandemia. Recentemente lo studio “Characteristics and outcomes of hospital admissions for COVID-19 and influenza in the Toronto area” pubblicato sulla rivista CMAJ ha dimostrato che l'infezione da coronavirus SARS-CoV-2 ha una mortalità 3,5 volte superiore rispetto a quella dell'influenza. I dettagli della nuova ricerca “Years of life lost to COVID-19 in 81 countries” sono invece stati pubblicati sulla rivista Scientific Reports del circuito Nature.