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Caldo record, l’estate 2019 è stata la peggiore di sempre: gli effetti dei cambiamenti climatici

L’Amministrazione nazionale oceanica ed atmosferica (NOAA) americana ha confermato che l’estate che sta per concludersi è stata la più calda di sempre nell’emisfero boreale. L’anomalia nella temperatura media è stata la stessa registrata nel 2016, considerato l’anno peggiore sotto il profilo del riscaldamento globale.
A cura di Andrea Centini
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Credit: NOAA
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Nell'emisfero settentrionale l'estate che sta per concludersi è stata la più calda di sempre. La media è stata di 1,13° centigradi superiore rispetto alla temperatura media del XX secolo, lo stesso valore registrato per l'estate del 2016, quella che fino ad oggi deteneva il record in solitaria. L'aspetto più drammatico del nuovo dato risiede nel fatto che quest'anno si sono raggiunte temperature infernali senza il supporto di El Niño, un evento climatico periodico – dai 3 ai 7 anni – che determina un forte riscaldamento dell'Oceano Pacifico con effetti su tutto il pianeta. Nell'estate 2019 anche la temperatura degli oceani ha fatto registrare un incremento record, con +0,82° centigradi sopra la media del ventesimo secolo, risultando così la più calda di sempre assieme a quella del 2016.

A confermare che abbiamo appena vissuto un'estate particolarmente infuocata è stata l'Amministrazione nazionale oceanica ed atmosferica (NOAA) americana, che sul proprio sito ha diffuso una serie dettagliata di dati. Nell'emisfero settentrionale le ultime cinque estati sono state tutte da record, sintomo che il riscaldamento globale, come temuto dagli scienziati, non è più un fenomeno eccezionale ma è ormai sistematico e progressivo, col rischio di catastrofici effetti sull'ambiente e sulla nostra vita. Basti pensare ai miliardi di tonnellate di ghiaccio perduti in Groenlandia, alle foreste siberiane in fiamme e alle temperature record sperimentate in alcune città europee come Parigi, dove gli alberi per proteggersi hanno iniziato a spogliarsi delle foglie come se fossero in autunno. Gli incendi nelle vaste foreste boreali rappresentano inoltre un pericolo doppio; normalmente la vegetazione cattura anidride carbonica, ma bruciando la immette in atmosfera e naturalmente non può più assorbire quella in circolo. Poiché l'anidride carbonica (CO2) rappresenta il principale dei gas serra alla base dei cambiamenti climatici, si innesca un circolo vizioso che rischia di far salire la colonnina di mercurio ben oltre le medie fissate nell'Accordo di Parigi sul clima.

Secondo l'agenzia americana, che ha ottenuto dati simili a quelli della NASA ma sfruttando misurazioni differenti, il 2019 sarà sicuramente tra gli anni più caldi di sempre. Verosimilmente non batterà il record del 2016, quando la temperatura media globale fu superiore di 0,95° centigradi, ma salirà quasi sicuramente sul podio. Secondo gli scienziati se non agiremo al più presto per contenere i fattori alla base dei cambiamenti climatici, nei prossimi decenni saremo esposti a potenziali scenari apocalittici. Innalzamento del livello dei mari tale da sommergere isole e aree costiere; decine di milioni di persone costrette a migrare in massa; carestie; siccità; guerre per territorio e risorse; fenomeni atmosferici sempre più devastanti; estinzioni di massa e diffusione di malattie tropicali sono solo alcune delle conseguenze cui potremmo andare presto incontro.

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