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Balena pilota con la pinna tranciata da una barca: scienziati in lacrime costretti a ucciderla

A sud di Tenerife è stato trovato un giovane esemplare di balena pilota (o globicefalo) con la pinna caudale quasi tranciata di netto da un’imbarcazione. L’esemplare agonizzante è stato soppresso dagli scienziati, che non hanno retto al dolore della scena. A renderla ancor più straziante i richiami degli altri esemplari, riuniti attorno all’animale ferito.
A cura di Andrea Centini
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Credit: FRANCIS PÉREZ / TWITTER DE IUSA (ULPGC)
Credit: FRANCIS PÉREZ / TWITTER DE IUSA (ULPGC)

Una giovane balena pilota (Globicephala melas) di 2 metri è stata trovata agonizzante nelle acque meridionali dell'isola di Tenerife (Spagna); aveva la pinna caudale quasi completamente tranciata, molto probabilmente a causa dell'impatto con un'imbarcazione. Gli esperti del centro di recupero della fauna selvatica “La Tahonilla” e delle associazioni Tonina e ACEST giunti sul posto non hanno potuto far altro che prendere la decisione più difficile, quella di sopprimere lo sfortunato cetaceo con l'eutanasia.

Commozione. I veterinari e i biologi marini sono stati avvisati dall'equipaggio di un'imbarcazione di White Tenerife, una società di whale watching che opera nell'area. Nel messaggio avevano indicato la presenza di una balena ferita “che sembrava piangere”. Ed è proprio così che hanno trovato il globicefalo (o balena pilota), un odontocete appartenente alla famiglia dei delfinidi e non una vera balena. Il mammifero marino aveva una ferita così orrenda che non riusciva praticamente a muoversi, ma era circondato dall'affetto del suo gruppo famigliare, che sicuramente aveva intuito la sua grande sofferenza. È proprio la socialità di questi magnifici animali a rendere ancor più disgustose le famigerate mattanze (grindadrap) di globicefali e altri cetacei alle isole Faroe.

Decisione difficile. A causa della gravità della ferita, con la pinna caudale praticamente staccata dal corpo, gli esperti hanno deciso di catturare e sopprimere il globicefalo. Tra i presenti, il dottor Jacobo Marrero Pérez è stato quello incaricato di fare le iniezioni letali. Quando sembrava che il cetaceo fosse già morto, il richiamo della sua famiglia lo ha come “risvegliato”, rendendo ancor più drammatica la situazione. A quel punto, per calmare il cetaceo morente ed evitare che ascoltasse i richiami dei suoi compagni, gli scienziati hanno deciso di issarlo a bordo su una barca, solo allora ha smesso di soffrire e se n'è andato per sempre. “Per favore, vai, vai ora, mi dispiace tanto”, ha dichiarato di aver pensato in quei momenti il dottor Pérez. Quando il globicefalo era vicino alle sue gambe ha detto di non aver sopportato oltre la commozione e di essere scoppiato in lacrime, sentendosi “piccolo, inutile e triste”.

Santuario ferito. A sud di Tenerife c'è un vero e proprio santuario dei cetacei, ma l'enorme pressione turistica sull'isola ha portato nell'area un numero enorme di imbarcazioni, che rappresentano una seria minaccia per questi ed altri animali. Le statistiche indicano che ogni anno sarebbero solo 2 o 3 i cetacei uccisi dalle eliche delle barche, ma secondo gli scienziati si tratta di un'immensa sottostima, “nemmeno la punta dell'iceberg”. Del resto solo dall'inizio dell'anno sono stati già 12 i cetacei spiaggiati con ferite compatibili da impatto con una nave; l'ultimo è stato un capodoglio di 8 metri trovato lungo la costa di El medano. Gli scienziati invieranno un esposto alle autorità competenti al fine di promuovere regolamenti ferrei per tutte le imbarcazioni presenti nell'area; al momento è stato bloccato il rilascio di ulteriori licenze per il whale watching.

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