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Aprono le Fabbriche del Cielo, la 26° edizione di Futuro Remoto

La tradizionale manifestazione organizzata dalla Città della Scienza di Napoli sarà quest’anno dedicata alla conquista dello spazio.
A cura di Roberto Paura
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Aprono a Bagnoli, nell’area ovest di Napoli, le “Fabbriche del Cielo”. Il 3 ottobre sarà inaugurata la 26° edizione di “Futuro Remoto”, mostra-manifestazione dedicata alla divulgazione scientifica e tecnologica, realizzata ogni anno dalla Fondazione Idis-Città della Scienza. Il titolo richiama due concetti: il primo, quello della riconversione dell’ex area industriale di Bagnoli, di cui la Città della Scienza – inaugurata nel 1996 – è il primo e finora unico risultato positivo. Il secondo, quello della promozione del comparto aerospaziale della Campania, con un fatturato di 2 miliardi di euro e 10mila addetti, all’avanguardia in Italia, grazie alla presenza di eccellenze come l’ex MARS, il centro di ricerca sulla microgravità nell’area est di Napoli, e il CIRA, il Centro Italiano di Ricerche Aerospaziali.

Lo spazio intorno a noi

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“Futuro Remoto” ogni anno attira oltre 50mila visitatori, interessati a scoprire gli ultimi ritrovati della scienza e della tecnologia in settori di grande fascino, ciascuno diverso in ogni edizione. La decisione di dedicare l’edizione 2012 allo spazio si collega alla scelta di Napoli come città organizzatrice della 63° edizione dello IAC, l’Expo dello spazio, il più grande evento mondiale dedicato all’astronautica, che riunisce migliaia di addetti ai lavori per fare il punto sulle sfide future della conquista spaziale. Se lo IAC è riservato a professionisti ed esperti, “Futuro Remoto” ne rappresenta la controparte divulgativa aperta al grande pubblico, per recuperare il rapporto tra i cittadini e lo spazio.

Il concetto-chiave è infatti quello dello spazio al servizio del cittadino, attraverso la dimostrazione di quante importanti ricadute quotidiane derivino dalla ricerca nello spazio: non solo il navigatore GPS o la tv satellitare, ma anche tantissimi nuovi materiali che oggi usiamo senza farci caso, e ritrovati che hanno permesso alla tecnologia di uso quotidiano di fare un balzo in avanti negli ultimi decenni. Affianco ai nuovi ritrovati della tecnologia aerospaziale, presentati dall’Agenzia spaziale italiana, dal CIRA e dalle tante aziende partner, provenienti principalmente dal comparto aerospaziale campano, non mancheranno le visioni del futuro. Dalle prossime missioni di esplorazione spaziale – come ExoMars, che sarà il primo rover marziano dell’ESA – ai sistemi di volo che sostituiranno gli Space Shuttle, fino al turismo spaziale. E ancora oltre: “Verso l’infinito e oltre” è infatti il tema dell’ultima sezione della mostra, dedicata alla fantascienza. Riusciremo a raggiungere le stelle? Scopriremo vita aliena? Esistono universi paralleli? Sono solo alcune delle domande a cui “Futuro Remoto” cercherà di rispondere.

Il ruolo dell'Italia nello spazio

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Ad accompagnare i visitatori nella visita alle Fabbriche del Cielo ci saranno due guide d’eccezione, Vicky ed Ebe. Una scienziata del futuro e un alieno, frutto della fantasia della scrittrice Cristina Bellon, che ha appena sfornato il suo ultimo libro, Il futuro raccontato ai ragazzi (Mondadori) firmato in collaborazione con Giovanni Bignami, presidente dell’Istituto nazionale di astrofisica (INAF). E proprio l’INAF, insieme all’Agenzia spaziale italiana e all’ENEA, è il principale partner della mostra. Il futuro dell’osservazione dello spazio, tra cui la sfida rappresentata dalla ricerca di pianeti extrasolari che potrebbero ospitare la vita, rappresenta uno dei temi di maggior richiamo di “Futuro Remoto”, e uno dei più avanzati campi di ricerca dell’INAF. Un modo per scoprire anche quanto l’Italia ha contato – e conta ancora oggi – nell’avventura spaziale: terzo paese al mondo dopo USA e URSS a mandare un satellite nello spazio, fondatore dell’Agenzia spaziale europea, con numerosi satelliti scientifici all’attivo, strumentazioni installate a bordo di sonde come la Cassini-Huygens su Saturno, un sistema unico al mondo di osservazione della Terra dallo spazio, e un contributo di primo piano nella realizzazione del nuovo lanciatore spaziale Vega, l’Italia – pur nelle sue ristrettezze di budget – partecipa da sempre con convinzione all’avventura spaziale.

Oltre alla mostra vera e propria, strutturata in 7 isole tematiche, da cui si accede attraverso un gate (un omaggio alla serie Lost), ricco è anche il programma degli eventi. Si va dalla lectio magistrali di Marc Augè, il grande antropologo francese della modernità, alla conferenza inaugurale di Richard Cook, capoprogetto della missione Curiosity ora su Marte; dalla due giorni di panel e incontri sul futuro del pianeta, dall’ambizioso titolo “I comandamenti del XXI secolo”, ai “Venerdì di Futuro Remoto”, un format serale che prevede un incontro con un grande scienziato: il fisico Paolo De Bernardis e il filosofo della scienza Telmo Pievani sono tra gli invitati confermati nelle prossime settimane. Ancora, l’astronauta Umberto Guidoni che inaugurerà la rassegna cinematografica targata Universal, presentando la versione restaurata di “Apollo 13”, Alessandro Cecchi Paone che lancerà invece il documentario “Sea Rex” sui mostri marini preistorici, e la serata di chiusura dedicata al trentennale di E.T., evento particolarmente importante dopo la recente scomparsa di Carlo Rambaldi, il “padre” dell’alieno più famoso del mondo. Duelli di spade laser, sfilate in costume, conferenze per le scuole e laboratori per i bambini, insieme alla rassegna di documentari sullo spazio del National Geographic, riempiranno il programma di “Futuro Remoto” dal 4 ottobre al 4 novembre.  

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