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Alzheimer, farmaco estratto da alghe brune riduce i sintomi cognitivi: approvato in Cina

Un farmaco ottenuto dalle alghe brune chiamato GV-971 (Sodio oligomannato) ha dimostrato in uno studio clinico di ridurre in modo significativo i sintomi cognitivi del morbo di Alzheimer. Sulla base di questi risultati, la National Medical Products Administration ha deciso di approvarne la commercializzazione in Cina.
A cura di Andrea Centini
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In Cina è stato approvato un farmaco estratto da alghe brune per il trattamento del morbo di Alzheimer, la più diffusa forma di demenza al mondo. Il medicinale, chiamato GV-971 (Sodio oligomannato), è pensato per trattare le forme lievi e moderate della patologia neurodegenerativa, in base a quanto stabilito dalla National Medical Products Administration. L'approvazione, inoltre, è stata data con riserva; benché infatti si possa acquistare il farmaco normalmente, gli studi clinici sono ancora in corso e le autorità cinesi sono pronte a rimuoverlo immediatamente dagli scaffali delle farmacie, qualora dovesse emergere qualche rischio per la sicurezza dei pazienti.

Il farmaco agisce regolando le colonie di batteri che si trovano nell'intestino, il cosiddetto microbiota, la cui composizione può innescare l'infiammazione del tessuto cerebrale (legata al morbo di Alzheimer) attraverso la produzione di specifiche molecole. Da uno studio statistico condotto in precedenza, ricercatori dello Shanghai Institute of Materia Medica avevano osservato che tra i maggiori consumatori di alghe brune vi era un numero inferiore di pazienti con patologie neurodegenerative. Per questo hanno deciso di analizzare a fondo gli organismi vegetali, fino a individuare i composti potenzialmente in grado di proteggere dalla demenza.

Gli scienziati, guidati dalla dottoressa Geng Meiyu dell'Accademia cinese delle Scienze, hanno identificato nelle alghe brune uno zucchero in grado di sopprimere i batteri responsabili dell'infiammazione cerebrale, e di conseguenza di ostacolare i processi neurodegenerativi innescati dall'Alzheimer. In uno studio clinico di fase 3 condotto su circa 1200 pazienti con forma lieve o moderata della malattia, il farmaco ha dimostrato benefici significativi a livello cognitivo, per questo le autorità cinesi hanno deciso di approvarlo. In base a quanto dichiarato alla CNN dal professor Vincent Mok, direttore presso la divisione di neurologia dell'Università di Hong Kong, il nuovo farmaco ha mostrato “risultati incoraggianti rispetto agli inibitori dell'acetilcolinesterasi”, le molecole che vengono normalmente utilizzate per trattare la patologia. La differenza fondamentale con queste ultime è che l'estratto di alghe brune ha meno effetti collaterali.

Poiché i pazienti coinvolti nella ricerca cinese sono stati trattati per un periodo relativamente breve (36 settimane, ovvero nove mesi), la comunità scientifica internazionale è ancora piuttosto scettica sui risultati definitivi, in particolar modo su quelli a lungo termine. Per questa ragione i dati derivati dalla commercializzazione saranno preziosi per comprendere la reale portata benefica del farmaco, mentre continuano gli studi clinici sul principio attivo. I dettagli sul farmaco anti-Alzheimer sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Cell Research. Recentemente la casa farmaceutica Biogen Inc. ha annunciato che depositerà la richiesta di approvazione alla FDA americana per l’Aducanumab, considerato il primo farmaco in grado di contrastare il declino cognitivo nei pazienti colpiti dall'Alzheimer.

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