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Altre 30 balene pilota massacrate con lame e uncini alle Faroe: è la nona strage del 2019

Sea Shepherd Conservation Society ha annunciato che nella baia di Leynar, sull’isola Streymoy delle Faroe, si è consumata la nona grindadrap dell’anno, la caccia “tradizionale” ai cetacei. Trenta globicefali (o balene pilota) sono stati uccisi con lunghe lame e uncini dopo essere stati costretti a spiaggiarsi da una piccola flotta.
A cura di Andrea Centini
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Immagine di repertorio. Credit: Sea Shepherd
Immagine di repertorio. Credit: Sea Shepherd

Un branco composto da una trentina di balene pilota o globicefali (Globicephala melas) è stato massacrato alle isole Faroe la sera di domenica 23 giugno durante la nona “grindadrap” dell'anno, la caccia tradizionale ai cetacei. Tutti i componenti del gruppo, compresi piccoli e femmine incinte, sono stati uccisi con lunghi coltelli e uncini. Con questa nuova mattanza il totale dei cetacei massacrati nell'arcipelago dell'Atlantico dall'inizio dell'anno è salito a 513. Nella maggior parte dei casi si è trattato proprio di globicefali, cetacei odontoceti – con denti – di colore nero che possono superare anche gli 8 metri di lunghezza; l'altra specie coinvolta è il lagenorinco acuto (Lagenorhynchus acutus), un coloratissimo delfino che vive nell'Oceano Atlantico settentrionale. Il 30 maggio ne furono uccisi 7 nella baia di Skálabotnur, mentre il resto del branco riuscì a fuggire.

Tecnica consolidata. I 30 globicefali uccisi durante l'ultima grindadrap sono stati avvistati mentre nuotavano nei pressi del fiordo Hestfjörður, facendo scattare le consuete manovre di accerchiamento. La flottiglia guidata dal capitano Finnbogi Midjord ha iniziato a inseguire i mammiferi marini spingendoli verso ovest, con l'intento di farli spiaggiare a Sandava o su un'altra “baia della morte”, dove a ogni mattanza il mare si tinge di rosso sangue. Durante l'inseguimento sono riusciti a spingere il gruppo verso Leynar, un villaggio di poco più di cento abitanti sito nel comune di Kvívíkar, sull'isola di Streymoy, una delle diciotto che compongono l'arcipelago incastonato tra Islanda e Norvegia. Giunti a riva, i cetacei sono stati raggiunti da uomini armati di lunghe lame e uncini e sono stati massacrati. La tecnica consolidata, che comporta una lunga e atroce agonia per gli animali, prevede la recisione del midollo spinale con le lame – a volte i cetacei restano praticamente decapitati – , mentre gli uncini vengono infilzati negli sfiatatoi.

Nono massacro. Nonostante la brutalità di questa caccia “tradizionale”, praticata comunque con imbarcazioni a motore, gli abitanti delle isole Faroe non sembrano intenzionati a interromperla e ad ascoltare il coro di indignazione sollevato dalla comunità internazionale. Benché sia un protettorato del Regno della Danimarca, infatti, l'arcipelago è formalmente fuori dall'Unione Europea e dunque non sottoposto al divieto assoluto di caccia ai cetacei. Ad annunciare la nuova mattanza del 2019, consumatasi attorno alle 22:00 locali, è stata l'organizzazione senza scopo di lucro Sea Shepherd Conservation Society, che da anni si batte per la protezione dei cetacei massacrati alle isole Faroe (e altrove). Da alcuni anni è in atto la campagna “Operation Bloody Fjords” per portare sotto i riflettori cosa avviene nelle baie della morte faroesi.

L'elenco dei massacri nel 2019

1 gennaio a Trongisvágur (Øravík) – 70 Globicefali

29 aprile a Sandavágur – 105 Globicefali

9 maggio a Hvalba – 36 Globicefali

12 maggio a Bøur – 45 Globicefali

26 maggio a Hvalba – 61 Globicefali

29 maggio a Sandágerði (Tórshavn) – 145 Globicefali

29 maggio a Skálabotnur – 7 Lagenorinchi acuti

4 giugno a Fuglafjørður – 21 Globicefali

23 giugno a Leynar – 30 Globicefali

Totale: 513 cetacei uccisi

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