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Al via nuovi test su farmaci per prevenire la forma grave della COVID-19: quali sono

Lo University College di Londra coinvolgerà 240 pazienti con la forma precoce dell’infezione da coronavirus SARS-CoV-2 (COVID-19) in uno studio clinico per verificare se l’antinfluenzale favipiravir e i due farmaci antiretrovirali lopinavir / ritonavir sono in grado di abbattere la replicazione virale, e prevenire così un eventuale aggravamento.
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A cura di Andrea Centini
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Nel Regno Unito sta per iniziare un nuovo studio clinico per verificare se alcuni farmaci sono in grado di ridurre la carica virale nei pazienti con la fase precoce della COVID-19, l'infezione scatenata dal coronavirus SARS-CoV-2. L'obiettivo è capire se questi medicinali possono essere utili nel prevenire un aggravamento e dunque di migliorare la prognosi, se somministrati nella fase iniziale della malattia. I farmaci coinvolti sono la coppia di antiretrovirali lopinavir / ritonavir progettati per combattere il virus dell'HIV (responsabile della sindrome da immunodeficienza acquisita o AIDS) e il favipiravir, un antinfluenzale usato in Giappone contro nuovi ceppi non trattabili con i medicinali tradizionali.

Di tutti e tre i farmaci coinvolti nel nuovo studio, chiamato FLARE e condotto da scienziati dello University College di Londra (UCL), si parla sin dall'inizio della pandemia, dato che sono stati utilizzati in diversi Paesi sia in alcuni trial clinici che come medicinali in uso compassionevole/off label (fuori etichetta) per trattare i pazienti contagiati dal coronavirus. Sebbene siano ancora in corso diverse indagini che li vedono coinvolti, alcune hanno già fatto emergere risultati "deludenti", in riferimento al trattamento della forma avanzata della COVID-19. Una ricerca condotta da scienziati giapponesi dell'Università Fujita Health tra marzo e maggio di quest'anno non ha rilevato benefici statisticamente significativi da parte del favipiravir, come dichiarato alla Reuters dal professor Yohei Doi, mentre uno studio cinese coordinato dal Centro di Medicina Respiratoria presso il National Clinical Research Center for Respiratory Diseases ha determinato che la coppia lopinavir / ritonavir è inefficace contro la COVID-19.

Nonostante queste premesse poco incoraggianti, i farmaci agiscono comunque contro la replicazione del virus, e se somministrati nelle primissime fasi della malattia potrebbero evitare peggioramenti e abbattere il rischio di morte. Il favipiravir agisce distruggendo un enzima chiamato polimerasi che permette al coronavirus di replicarsi, mentre i due antiretrovirali colpiscono un altro enzima responsabile della produzione di proteine fondamentali per la sopravvivenza del patogeno. La combinazione, dunque, dovrebbe “uccidere” il SARS-CoV-2 sul nascere e impedire che l'infezione si propaghi nell'organismo. “Questo studio verificherà se i farmaci antivirali favipiravir o lopinavir / ritonavir, da soli o in combinazione, possono ridurre il livello del virus nelle persone con COVID precoce”, ha dichiarato il dottor David Lowe, a capo del progetto di ricerca. “Per massimizzare il potenziale beneficio, stiamo trattando pazienti con infezione a esordio molto precoce e stiamo verificando gli effetti aggiuntivi o sinergici dovuti all'aggiunta di un secondo farmaco. Se riusciamo a trovare antivirali che riducono la carica virale nella fase iniziale, questo potrebbe ridurre il rischio di trasmissione e successivo ricovero in ospedale”, ha aggiunto l'esperto.

Lo studio dello University College di Londra coinvolgerà 240 persone in tutto, e sarà in doppio cieco, randomizzato e con placebo. I partecipanti, tutti lavoratori di settori sensibili (operatori sanitari, forze dell'ordine) e loro famigliari con un'età compresa tra i 18 e i 70 anni: saranno tutti selezionati nei primissimi giorni dell'infezione, con o senza sintomi. Saranno suddivisi in 4 gruppi, tra chi prenderà il placebo, solo il favipiravir, solo il lopinavir / ritonavir o la combinazione dei tre medicinali. Assumeranno i farmaci nei primi 7 giorni e saranno sottoposti a vari esami per determinare l'efficacia del trattamento di riferimento. I dettagli dello studio possono essere consultati su ClinicalTrial.

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