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Addio raffreddore: trovata la cura in una molecola che blocca il virus

Ricercatori di vari istituti britannici hanno creato in laboratorio la prima molecola in grado di curare il raffreddore. IMP-1088, questo il suo nome, impedisce al virus di replicarsi colpendo due proteine. È stata testata con successo su cellule in provetta: a breve partirà la sperimentazione animale.
A cura di Andrea Centini
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Testata il laboratorio la prima molecola efficace contro il raffreddore, una malattia comunissima per la quale tuttavia non esiste ancora una cura. Il potenziale farmaco, che potrebbe valere una vera e propria fortuna per i suoi inventori, è stato messo a punto da una squadra di scienziati di vari istituti britannici, tra i quali il Dipartimento di Chimica e il National Heart & Lung Institute dell'Imperial College di Londra, l'Università di Dundee e l'Università di Belfast.

La molecola è stata tecnicamente chiamata IMP-1088, e agisce come doppio inibitore delle due proteine NMT1 e NMT2 (N-miristoriltransferasi) presenti nelle cellule umane. Il segreto della sua efficacia contro i virus del raffreddore, normalmente appartenenti alla famiglia dei rhinovirus, risiede proprio nel suo obiettivo specializzato. Queste proteine vengono infatti utilizzate dal virus per creare una sorta di corazza (capside) per proteggere il proprio materiale genetico, che gli consente di replicarsi indisturbato nelle cellule e diffondersi nell'organismo, scatenando così la fastidiosa patologia. Agendo sulle proteine si impedisce al virus di riprodursi e quindi di innescare il raffreddore.

Provare a colpire direttamente i mutevoli virus, dei quali ne esistono molteplici varietà, è la ragione per cui sino ad oggi i farmaci sperimentali hanno fallito. Per questo gli scienziati guidati dai professori Roberto Solari ed Edward W. Tate stanno puntando a un approccio alternativo, in grado di scardinare il fulcro del processo di replicazione. Nei test condotti in laboratorio su cellule bronchiali umane, IMP-1088 è risultato estremamente efficace, senza determinare effetti tossici. Il prossimo passo è la sperimentazione animale, fino ad arrivare a quella clinica (sull'uomo). Come ha spiegato Solari all'ANSA, sarà comunque una procedura lunga che richiederà diversi anni.

L'importanza di un farmaco in grado di curare il raffreddore potrebbe apparire ‘relativa', dato che naso chiuso e mal di gola, normalmente, per quanto fastidiosi svaniscono in fretta. E poi ci sono sempre rimedi e trattamenti in grado di tenere a bada i sintomi. Il discorso è ben diverso per le persone malate, dato che chi soffre di patologie come asma, enfisema e fibrosi cistica, anche un banale raffreddore può sfociare in pericolose complicanze. Tenendo presente che il raffreddore colpisce più volte all'anno sia adulti che bambini – col freddo non c'entra nulla, nonostante il nome – ecco spiegata l'importanza di IMP-1088. Il farmaco potenziale messo a punto dagli scienziati, fra l'altro, potrebbe contrastare altri virus che sfruttano principi di replicazione anloghi, come quelli della poliomelite e dell'afta epizootica. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Nature Chemistry.

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