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Addio miele in Italia: cosa sta succedendo alle api, allarme Coldiretti

La Coldiretti ha pubblicato un comunicato stampa nel quale vengono sottolineate le gravi difficoltà vissute dalle api a causa del maltempo di questo mese. Gli insetti non riescono a raggiungere il nettare e sono costrette a mangiare il poco miele che riescono a produrre; ciò ha praticamente azzerato la produzione del prodotto in quasi tutta l’Italia.
A cura di Andrea Centini
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Credit: PollyDot
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La produzione del miele, in Italia, quest'anno è stata praticamente azzerata lungo tutto lo stivale. A lanciare l'allarme è la Coldiretti stessa attraverso un comunicato stampa, nel quale viene sottolineato il grave impatto del siccitoso mese di marzo e dell'insolito (e costante) maltempo di maggio sull'apicoltura e sulla biologia dei preziosissimi insetti imenotteri. Le api europee (Apis mellifera), delle quali si celebra la "giornata internazionale" proprio il 20 maggio, oltre a produrre il delizioso e salutare miele sono alla base dell'impollinazione di moltissime piante, gran parte delle quali di interesse commerciale, dunque senza il loro contributo, seriamente minacciato dai cambiamenti climatici, possono essere innescati effetti a catena potenzialmente catastrofici per la nostra stessa sopravvivenza.

Cosa rischiamo. Le api, così come i rondoni e moltissime altre specie animali, sono in gravissima difficoltà a causa di questo maggio dal sapore autunnale-invernale, caratterizzato da basse temperature, forti venti e altre intense perturbazioni atmosferiche. Anche aprile è stato piuttosto anomalo, benché in misura inferiore, dato che, come ha sottolineato a fanpage il professor Adriano Mazzarella, direttore dell'Osservatorio Meteorologico dell'Università di Napoli Federico II, siamo sotto di circa 4° centigradi rispetto alle medie secolari per il mese corrente. Come indicato dalla Coldiretti, le api confuse dal costante maltempo non riescono nemmeno a raggiungere il nettare da immagazzinare nel proprio alveare, dunque producono bassissime quantità di miele, e quello a disposizione, semplicemente, sono costrette a mangiarlo per sopravvivere. L'organizzazione sottolinea che con le api in difficoltà non rischiamo di perdere soltanto il miele, ma anche moltissimi altri prodotti. Tra quelli citati vi sono pesche, pere, mele, mandorle, zucchine, pomodori, soia, angurie e moltissimi altri ancora. L'impatto può essere negativo anche per la disponibilità della carne, dato che gli insetti impollinano anche trifoglio e l'erba medica destinati agli allevamenti, e di altri prodotti da orto come cavoli, carote, cipolle e così via. Nel 2018 la produzione di miele in Italia è stata di oltre 22mila tonnellate, una buona annata dopo anni di difficoltà, tuttavia sono anche aumentate enormemente le importazioni, che hanno raggiunto la quota record del 18 percento (ben 27,8 milioni di chilogrammi).

Futuro incerto. A preoccupare gli esperti sul futuro delle api non ci sono solo i cambiamenti climatici, ma anche la sindrome dello spopolamento degli alveari (o Colony Collapse Disorder) che porta alla misteriosa scomparsa di intere colonie. Alla base del fenomeno si ritiene vi siano i famigerati insetticidi neonicotinoidi come l'imidacloprid. Proteggere le api dallo scempio che stiamo causando al nostro pianeta è un atto che tutela loro ma anche noi stessi.

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