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40 delfini morti in Toscana, trovati altri due corpi. Primi risultati delle autopsie

Dall’inizio dell’anno in Toscana sono state recuperate quaranta carcasse di delfini morti, nella maggior parte dei casi tursiopi. Gli ultimi due corpi sono stati avvistati al largo di Viareggio nel fine settimana. La causa della moria sembra essere un’epidemia di Morbillivirus dei cetacei, come dimostrano i risultati delle prime quattro autopsie condotte su animali spiaggiati a giugno e luglio.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Arpatnews/Facebook
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Le carcasse di altri due delfini sono state trovate nel fine settimana in Toscana, portando il computo totale di animali morti dall'inizio dell'anno nella regione a 40. Si tratta di una vera e propria moria, che in base ai primi risultati delle autopsie condotte su quattro esemplari – deceduti e recuperati tra giugno e luglio – ha anche un responsabile: il Morbillivirus dei cetacei (CeMV), come indicato dall'unità operativa Toscana Nord dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana. Un'epidemia di virus del morbillo dei cetacei era tra le principali cause ipotizzate dagli scienziati, dato che in passato aveva già determinato altre morie di mammiferi marini.

I delfini morti. Gli ultimi due delfini trovati morti sono tursiopi (Tursiops truncatus), una specie piuttosto comune lungo le coste italiane. Le carcasse sono state avvistate al largo del Comune Viareggio (provincia di Lucca) da funzionari del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera Regione Toscana. Un altro tursiope in avanzato stato di decomposizione è stato trovato sulla spiaggia della Lecciona fra Viareggio e Torre del Lago poco prima del nuovo avvistamento. In passato le epidemie di Morbillivirus dei cetacei, ritenuto potenzialmente responsabile anche della moria di capodogli (Phystere macrocephalus) recentemente registrata in Sicilia e di una strage di megattere (Megaptera novaeangliae) nell'Oceano Atlantico, nel Mediterraneo avevano colpito soprattutto le stenelle striate (Stenella coeruleoalba), la specie di delfino più comune nei nostri mari, ma nel 2019 sta facendo mattanza soprattutto di tursiopi, i delfini per antonomasia. A causa degli inquinanti lasciati in mare dalle attività umane si indeboliscono i sistemi immunitari dei cetacei, che diventano così suscettibili alle infezioni batteriche e virali come quella del Morbillivirus.

Autopsie. Le autopsie, come riportato dall'Agenzia di Informazione della Giunta regionale toscana, sono state condotte su due esemplari femmine e due maschi (tutti adulti) recuperati tra l'Isola d'Elba e le province di Lucca e Livorno. Hanno tutti mostrato una forte positività al Morbillivirus dei cetacei. “Le indagini istologiche ed in parte quelle batteriologiche risultano ancora in corso, ma i dati preliminari sembrerebbero confermare il sospetto diagnostico per CeMV. Il riscontro di morbillivirus nei mammiferi marini spiaggiati in Toscana non è una novità; già nel 2013 e ancora nel 2016 si è assistito ad importanti epidemie di tale virosi che però hanno interessato principalmente la specie Stenella striata”, è scritto nella relazione citata dall'agenzia toscana. Saranno condotte ulteriori indagini molecolari per suffragare i risultati, ma sembrano non esserci più dubbi sulle cause degli spiaggiamenti. Molti cetacei recuperati, del resto, presentavano lo stomaco vuoto, segno di una debilitante infezione in atto che li portava a non nutrirsi. L'assessore regionale all'ambiente Federica Fratoni ha dichiarato che i risultati degli esami necroscopici erano in qualche modo attesi. Negli anni '90 un'epidemia di morbillo dei cetacei uccise centinaia di stenelle striate nel Mar Mediterraneo.

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