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11 grandi cetacei si arenano alle Faroe, ma gli abitanti invece di provare a salvarli li massacrano

11 esemplari di iperodonte boreale, un grande cetaceo odontocete, si sono spiaggiati in due eventi distinti in due baie delle isole Faroe. Gli abitanti non sono intervenuti per provare a salvarli, come sarebbe avvenuto praticamente ovunque, ma ne hanno approfittato per massacrarli. Le Faroe sono note per la grindadrap, una spietata forma di caccia “tradizionale” ai mammiferi marini.
A cura di Andrea Centini
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Alcuni degli iperodonti boreali uccisi alle Faroe. Credit: Sea Shepherd
Alcuni degli iperodonti boreali uccisi alle Faroe. Credit: Sea Shepherd

Due gruppi di grandi cetacei odontoceti si sono arenati in due distinte baie delle isole Faroe, ma gli abitanti invece di intervenire per provare a salvarli – come sarebbe accaduto in (quasi) ogni altra parte del pianeta – ne hanno approfittato per massacrarli a colpi di coltello. La terrificante mattanza è stata documentata dai volontari dell'organizzazione senza scopo di lucro Sea Shepherd, da anni impegnata in prima linea nella salvaguardia dei mammiferi marini (e non solo) nei mari e negli oceani di tutto il mondo. Proprio alle Faroe, arcipelago “autonomo” ma facente parte del Regno di Danimarca, l'organizzazione porta avanti l'operazione Bloody Fjords (fiordi insanguinati), per puntare i riflettori sulla cosiddetta grindadrap, la spietata caccia “tradizionale” ai cetacei che ogni anno strappa la vita in modo atroce a migliaia di globicefali e altri delfinidi.

Gli sventurati protagonisti del nuovo massacro sono magnifici iperodonti boreali (Hyperoodon ampullatus), odontoceti – cetacei con denti – appartenenti alla famiglia degli zifidi, un gruppo tassonomico poco conosciuto dal grande pubblico. Non si tratta infatti né di balene né di delfini propriamente detti. Questa specie di zifide, rigorosamente protetta dalle leggi internazionali, può raggiungere i 10 metri di lunghezza per 10 tonnellate di peso, ed è capace di lunghe e profonde immersioni che possono superare l'ora di tempo. Sono animali straordinari che andrebbero tutelati con ogni sforzo possibile, soprattutto dopo essere stati decimati per oltre cento anni durante l'epoca della baleneria, ma evidentemente alle Faroe non la pensano così. Nessuna imbarcazione è uscita per provare a spingere i cetacei in difficoltà in mare aperto, nessuno ha provato a salvar loro la vita; si è solo atteso di poterli macellare comodamente per la carne.

Come indicato, si sono verificati due episodi di spiaggiamento distinti. Il primo, che ha coinvolto sei iperodonti boreali, si è consumato il 17 agosto a Sandvik, sull'isola di Suduroy, mentre il secondo la mattina del 19 agosto a Hvalba. Nel momento in cui stiamo scrivendo gli uomini stanno ancora macellando i cinque esemplari spiaggiati nel secondo evento, come testimoniano le crude immagini trasmesse in diretta dai volontari di Sea Shepherd. Nemmeno le leggi faroesi permettono la caccia ai maestosi iperodonti boreali, ma evidentemente non vengono infrante se si decide di uccidere esemplari in difficoltà che si spiaggiano autonomamente. In qualunque altra spiaggia d'Europa, questo è certo, staremmo vedendo decine di persone intente a lottare con tutta la forza, per provare a riportare al largo gli sfortunati cetacei.

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