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Vaccini: come funzionano, quali sono obbligatori in Italia e cosa sono le reazioni avverse

Cosa significa vaccinarsi? Vediamo insieme come funziona un vaccino nel nostro corpo, quali sono i suoi effetti, perché ci vacciniamo e cosa sono le reazioni avverse.
A cura di Andrea Centini
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Tra i temi sanitari balzati agli onori della cronaca, quello della vaccinazione è indubbiamente uno dei più esposti degli ultimi anni. Purtroppo non lo è per le sole conquiste in campo medico, come dimostrano i recenti e brillanti risultati ottenuti contro AIDS, Ebola e papilloma virus, ma anche per vere e proprie campagne di disinformazione scientifica, che per alcuni hanno trasformato il vaccino in una sorta di spauracchio. Scopriamo dunque assieme cosa sono i vaccini, la loro storia e perché rappresentano uno strumento fondamentale per tutelare la nostra salute e quella della comunità in cui viviamo.

Cos'è un vaccino

Il vaccino, tecnicamente, è un composto preparato per indurre l'immunità nei confronti di uno specifico agente patogeno. In parole semplici, attraverso la vaccinazione per via orale o parenterale (la classica iniezione) vengono introdotte dosi innocue – opportunamente preparate – del microorganismo o del virus infettivo, affinché il sistema immunitario venga addestrato a difenderci attraverso la creazione degli anticorpi (risposta umorale) o dei Linfociti T (risposta cellulo-mediata) specifici. Grazie alla memoria immunologica scaturita dalla vaccinazione, quando si viene esposti all'agente patogeno il nostro organismo lo riconosce e lo neutralizza, proteggendoci così dall'infezione.

La storia del vaccino

Sebbene il termine ‘vaccino' sia ufficialmente entrato nella letteratura medica soltanto alla fine del XIX secolo, grazie al medico e biologo Louis Pasteur, esso deriva da una scoperta compiuta un centinaio di anni prima sul vaiolo bovino dal collega Edward Jenner. Sapendo che i sopravvissuti a un'infezione non si ammalavano una seconda volta se esposti al medesimo agente patogeno e che i contadini colpiti da vaiolo bovino non si infettavano con quello umano (molto più grave), il medico britannico decise di iniettare in un bambino il pus estrapolato da una una vacca malata; poiché, come ipotizzato, il piccolo non sviluppò la malattia, egli confermò il meccanismo chiave dei vaccini. Il trattamento preventivo con forme lievi di patologie più gravi era noto da centinaia di anni, tuttavia solo con il lavoro di Jenner e quello successivo di Pasteur – che sconfisse il carbonchio – si gettarono le basi per i veri e propri medicinali che oggi tutti conosciamo.

Vaccino inattivato e vaccino attenuato

Nei vaccini inattivati un trattamento chimico o fisico blocca il processo della sintesi proteica dei virus e dei batteri presenti nel preparato, impedendogli così la replicazione. Ciò garantisce una maggiore sicurezza del trattamento, tuttavia, essendo ‘inattivato' il vaccino produce una risposta immunitaria di entità inferiore, richiedendo diverse dosi supplementari per diventare realmente efficace. Il vaccino antinfluenzale, quello contro il colera e contro la rabbia si basano su questa procedura. I vaccini attenuati sfruttano invece virus e batteri ancora ‘vivi' che mantengono un certo grado di replicazione, e poiché la risposta immunitaria prodotta è simile a quella di una reale infezione, generalmente sono di gran lunga più potenti di quelli inattivati. Il vaccino contro il morbillo, la febbre gialla e la poliomielite si basano proprio su virus attenuati.

Altri tipi di vaccino

Oltre alle due classi principali di vaccino ve ne sono altre, alcune delle quali ancora in via di sperimentazione, come ad esempio quella dei vaccini-antitumorali per contrastare il cancro, al momento non ancora efficaci poiché uccidono anche le cellule sane. I vaccini con antigeni ricombinanti sfruttano peptidi sintetici, ma a causa di alcuni limiti non sono ritenuti particolarmente potenti, mentre i vaccini a subunità si basano su parti di antigeni purificate ed estrapolate da un microorganismo o dalle tossine che produce. I vaccini a polisaccaridi sono specifici vaccini a subunità che agiscono sui macrofagi: ne sono un esempio quelli contro la meningite batterica e la pertosse. Talvolta i vaccini possono avere bisogno di un adiuvante, ovvero di una sostanza in grado di catalizzare il processo immunitario.

Vaccini obbligatori

In Italia i vaccini obbligatori per i nati a partire dal 2017 sono dieci, ovvero quelli contro l'epatite virale B, la difterite, il tetano, la poliomielite, la pertosse, l'Hemophilus di tipo B, il morbillo, la rosolia, la parotite e la varicella. Anche se alcune di queste patologie sono considerate sconfitte, esse sono ancora presenti in altri paesi; il vaccino, in pratica, elimina il rischio che possano propagarsi di nuovo sul territorio nazionale, ad esempio attraverso i turisti. Per la stessa ragione, quando si visitano determinati paesi può essere necessaria una vaccinazione ad hoc. L'effetto protettivo dei vaccini non deriva dalla sola somministrazione diretta, ma anche dalla cosiddetta immunità di branco, che può proteggere le persone non vaccinate per il semplice fatto che quelle vaccinate – che devono essere la stragrande maggioranza – riescono a bloccare il propagarsi dell'infezione. Dal sito del Ministero della Salute si legge che "sono offerte gratuitamente e attivamente dal Servizio sanitario nazionale (SSN) le seguenti vaccinazioni:

Bambini da zero a 6 anni

  1. Anti-difterica: ciclo di base 3 dosi nel primo anno di vita e richiamo a 6 anni (obbligatoria per i nati dal 2001)
  2. Anti-poliomielite: ciclo di base 3 dosi nel primo anno di vita e richiamo a 6 anni (obbligatoria per i nati dal 2001)
  3. Anti-tetanica: ciclo di base 3 dosi nel primo anno di vita e richiamo a 6 anni (obbligatoria per i nati dal 2001)
  4. Anti-epatite virale B: 3 dosi nel primo anno di vita (obbligatoria per i nati dal 2001)
  5. Anti-pertosse: ciclo di base 3 dosi nel primo anno di vita e richiamo a 6 anni (obbligatoria per i nati dal 2001)
  6. Anti-Haemophilus influenzae tipo b: 3 dosi nel primo anno di vita (obbligatoria per i nati dal 2001)
  7. Anti-varicella: 1° dose nel secondo anno di vita e 2° dose a 6 anni (obbligatoria per i nati dal 2017)
  8. Anti-morbillo: 1° dose nel secondo anno di vita e 2° dose a 6 anni (obbligatoria per i nati dal 2001)
  9. Anti-parotite: 1° dose nel secondo anno di vita e 2° dose a 6 anni (obbligatoria per i nati dal 2001)
  10. Anti-rosolia: 1° dose nel secondo anno di vita e 2° dose a 6 anni (obbligatoria per i nati dal 2001)

Inoltre

  • Anti-meningococcica B: 3 o 4 dosi nel primo anno di vita, a seconda del mese di somministrazione della prima dose (fortemente raccomandata per i nati a partire dal 2017)
  • Anti-rotavirus: 2 o 3 dosi nel primo anno di vita, a seconda del tipo di vaccino (fortemente raccomandata per i nati a partire dal 2017)
  • Anti-pneumococcica: 3 dosi nel primo anno di vita (fortemente raccomandata per i nati a partire dal 2012)
  • Anti-meningococcica C: 1° dose nel secondo anno di vita (fortemente raccomandata per i nati a partire dal 2012)

Adolescenti

  1. Anti-difterica: richiamo (obbligatoria per i nati dal 2001)
  2. Anti-poliomielite: richiamo (obbligatoria per i nati dal 2001)
  3. Anti-tetanica: richiamo (obbligatoria per i nati dal 2001)
  4. Anti-pertosse: richiamo (obbligatoria per i nati dal 2001)
  5. Anti-HPV per le ragazze e i ragazzi (2 dosi nel corso del 12° anno di vita)
  6. Anti-meningococcica tetravalente ACWY135 (1 dose)

Adulti

  1. Anti-pneumococcica nei 65enni
  2. Anti-zoster nei 65enni
  3. Anti-influenzale per tutte le persone oltre i 64 anni.

Le sospette reazioni avverse

I vaccini, pur essendo approfonditamente testati e considerati sicuri, come ogni altra tipologia di farmaco possono presentare dei potenziali rischi per la salute in una frazione dei soggetti trattati, inoltre possono sfociare nelle cosiddette ‘sospette reazioni avverse', alcune delle quali attese. Fra le più comuni vi sono gonfiore, febbre, stanchezza e reazioni epidermiche come il rossore. Queste reazioni, anche le più lievi, vanno obbligatoriamente segnalate al medico, che a sua volta dovrà comunicarle agli organismi preposti. Tra le reazioni avverse possono presentarsi anche vomito, diarrea, sonnolenza, piressia, irrequietezza, orticaria e altre: in rari casi possono sfociare in complicazioni gravi, ma del resto in percentuali bassissime esse possono essere innescate anche da semplici farmaci da banco.

[Foto di dfuhlert]

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