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Le 9 scoperte scientifiche del 2015 sulla cannabis

Con il 2015 che si prepara a finire, andiamo a rivedere insieme quali sono state le scoperte scientifiche riguardanti la cannabis e i suoi derivati psicoattivi e non, come la marijuana e il cannabidiolo.
A cura di Zeina Ayache
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La cannabis e i suoi derivati psicoattivi e non, come la marijuana e il cannabidiolo, sono costantemente sotto analisi dei ricercatori di tutto il mondo che, a colpi di ricerche scientifiche, cercano di comprendere se queste sostanze possano essere o meno utilizzate a scopo terapeutico e quali eventualmente potrebbero essere gli effetti indesiderati. Ora che l'anno giunge al termine, rivediamo insieme le più importanti scoperte del 2015 sulla cannabis e i suoi derivati:

1. Cancro e depressione

I ricercatori dell'Università di Pittsburgh hanno scoperto che il consumo di marijuana, derivato della cannabis, non è direttamente collegato allo sviluppo di malattie, come il cancro, o di disturbi psicologici, come la depressione.

2. I danni al cervello

I ricercatori del King's College di Londra e dell'Università Sapienza di Roma hanno scoperto invece che un tipo particolare di cannabis, la skunk, può danneggiare una parte del cervello che è fondamentale per la comunicazione tra i due emisferi del nostro cervello e che è detta sostanza bianca.

3. Un toccasana per le ossa rotte

Da Tel Aviv arriva uno studio che dimostra come il cannabidiolo, estratto non psicotropo della cannabis, potrebbe aiutare a sanare le fratture ossee in quanto riuscirebbe ad accelerare il processo di guarigione e a stimolare la formazione delle ossa.

4. Stimolo al buon umore

Lo studio del Research Institute of Addiction di Buffalo parla chiaro: il THC, contenuto nella marijuana, aiuta a curare la depressione in chi soffre di stress cronico. Insomma, gli scopi terapeutici di questa sostanza sembrano trovare ancora una volta conferma da parte del mondo della scienza.

5. Allergia alla cannabis

Purtroppo alcune persone non possono godere dei vantaggi della cannabis. Uno studio pubblicato sugli “Annals of Allergy, Asthma & Immunology” ha dimostrato infatti che in alcuni soggetti l'esposizione alla cannabis porta a rinite allergica, infiammazione nasale, starnuti, prurito e congestione. Ovviamente, spiegano i ricercatori, si tratta di un'allergia piuttosto rara.

6. Fame e difficoltà a parlare

L'Università di Cadice fa sapere di aver scoperto come mai, dopo aver fatto uso di marijuana, le persone facciano fatica a parlare e abbiano fame. Secondo i ricercatori, i cannabinoidi ostacolano la trasmissione dei dati tra i neuroni, rallentando le capacità dei soggetti, e influenzano quelli responsabili di comunicare il senso di sazietà che rilasciano un segnale opposto stimolando la fame.

7. Schizofrenia

I ricercatori del dipartimento di Psichiatria, Psicologia e Neuroscienze del King’s College London hanno scoperto che il 24% dei nuovi casi di psicosi registrati, in particolare schizofrenia, possono essere associati al consumo di cannabis, in particolare di skunk.

8. Curare l'epilessia

I ricercatori del NYU Langone Medical Center fanno sapere che attraverso il loro studio sono riusciti a dimostrare come l'utilizzo del cannabidiolo possa ridurre del 36,5 % le crisi epilettiche di cui soffrono i pazienti non curabili con i farmaci attualmente in commercio.

9. Falsi ricordi

Gli scienziati dell'istituto di ricerca biomedica di Sant Pau sostengono che il consumo abituale di marijuana sia responsabile dei falsi ricordi scaturiti nelle menti dei fumatori abituali.

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