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Gli Europei avevano un “quarto” antenato

Una nuova popolazione ancestrale si aggiunge alle tre già individuate dagli scienziati come capostipiti degli europei: lo studio dell’università di Cambridge.
A cura di Nadia Vitali
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Lo scheletro dal cui dente è stato estratto il DNA, rinvenuto tra le rocce di Kotias Klde, in Georgia occidentale (Credit: Eppie Jones)
Lo scheletro dal cui dente è stato estratto il DNA, rinvenuto tra le rocce di Kotias Klde, in Georgia occidentale (Credit: Eppie Jones)

Sequenziando per la prima volta il genoma estratto da alcuni resti umani risalenti a più di 13.000 anni fa, i ricercatori delle università di Cambridge e Dublino hanno rivelato l’esistenza di un “quarto elemento” tra gli antenati europei: un popolo che fino ad oggi era rimasto nascosto e sconosciuto.

Isolati nelle regioni caucasiche

Si tratta di un lignaggio collegato alle popolazioni di cacciatori raccoglitori che si staccarono dal gruppo occidentale poco dopo "l’uscita dall'Africa”, ossia il fenomeno di espansione collocato all'incirca 45.000 anni fa, scegliendo come insediamento la regione del Caucaso, precisamente laddove la Russia oggi incontra la Georgia.

Lì queste persone vissero per diversi millenni, iniziando una fase di isolamento che avrebbe raggiunto il culmine prima dell’Ultimo massimo glaciale, circa 25.000 anni fa, quando le altezze caucasiche servirono da rifugio contro le rigide condizioni climatiche; successivamente, il ritiro dei ghiacci consentì gli spostamenti e i contatti con le altre popolazioni, verosimilmente quelle provenienti da aree ancora più ad oriente.

La cultura Yamnaya è il risultato genetico di questa mescolanza: gli abili cavalcatori delle steppe ponto – caspiche che circa 5.000 anni fa si spostarono verso occidente, portando alla nascita della metallurgia e delle abilità legate all'allevamento degli animali, avevano nel proprio DNA anche le tracce delle genti caucasiche.

Tre popolazioni ancestrali…

Un ampio ed accurato studio, i cui risultati erano stati pubblicati l’anno scorso, aveva chiarito quali erano i tre rami da cui avevano avuto origine tutti i progenitori degli abitanti del Vecchio Continente. Dopo aver lasciato l’Africa, alcuni gruppi di cacciatori-raccoglitori migrarono verso le regioni nordoccidentali, colonizzando l’Europa, dalla Spagna all'Ungheria; altre popolazioni si stanziarono attorno all'area orientale del Mediterraneo dove avrebbero sviluppato l’agricoltura circa 10.000 anni fa, per poi “esportarla” verso l’Europa; infine 5.000 anni fa, all'inizio dell’età del Bronzo, un’ultima ondata giunse dalle aree centrali dell’Eurasia, muovendosi verso occidente.

La grotta di Satsurblia, in Georgia, dove è stato ritrovato uno dei reperti utilizzati per il sequenziamento del genoma (Cambridge University)
La grotta di Satsurblia, in Georgia, dove è stato ritrovato uno dei reperti utilizzati per il sequenziamento del genoma (Cambridge University)

… Più una sconosciuta

Grazie al nuovo lavoro, quindi, i ricercatori hanno potuto risalire all'origine di questo ultimo gruppo, scoprendo che è frutto di due rami diversi, e geneticamente distinti, di cacciatori-raccoglitori. “Leggendo” nel DNA, hanno mostrato che il lignaggio degli uomini del Caucaso aveva iniziato a divergere immediatamente dopo l’”esodo” dall'Africa, con alcune mescolanze avvenute con gli antenati dei primi agricoltori che vivevano nell'area orientale (un fatto spiegabile sulla base della relativa prossimità geografica) e con il successivo isolamento a causa del picco dell’era glaciale; isolamento che sarebbe durato all'incirca 15.000 anni, prima che le rinnovate condizioni ambientali consentissero gli spostamenti. A quel punto al Caucaso sarebbe stato restituito il suo ruolo chiave di crocevia tra l’est e l’ovest, punto di incontro di genti diverse, regione centrale per quelle grandi migrazioni che avrebbero avuto un'importanza fondamentale nella rivoluzione culturale dell'Età del Bronzo.

La ricerca è stata pubblicata da Nature.

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