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Ecco cosa rivelano le piramidi in Antartide

Perché molti archeologi dilettanti o “eretici” tendono a vedere piramidi ovunque? Il caso delle piramidi in Antartide può aiutarci a trovare una risposta.
A cura di Juanne Pili
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Quando trattammo dei miti e leggende aventi un fondo di verità citammo brevemente il caso delle piramidi in Antartide. Queste strutture architettoniche affascinano tantissimo i teorici degli antichi astronauti, i quali vedono piramidi anche negli artefatti di scansione fornitici dalle sonde spaziali sulle superfici di Marte e Venere. Gli archeologi dilettanti, ma anche qualche professionista eccessivamente entusiasta hanno riletto le piramidi egizie, collocandole in epoche più remote rispetto alle datazioni accertate, attribuendole ad una civiltà avanzata perduta – magari le ultime vestigia di Atlantide – oppure riallacciandosi all'arrivo di alieni sulla Terra (forse gli Anunnaki di Sitchin?). Secondo Osmanagic invece esisterebbero piramidi anche in Bosnia assieme a misteriose rocce sferiche, testimonianze di chissà quale civiltà dimenticata.

Il caso delle piramidi in Antartide. La foto che immortalerebbe le strutture misteriose non è nuova, viene riproposta continuamente, riuscendo ogni volta a diventare virale. L'immagine è ricavabile direttamente da Google Earth. La suggestione è comprensibile, molto meno il fatto che molti siano disposti a considerarla una prova. Dal 2016 queste montagne (chiamiamole col loro nome), situate nella regione di Ellsworth Range, vengono rilanciate in vari siti dove si sostiene che si tratta di prove dell'esistenza di una civiltà precedente nel Continente, magari in un'epoca in cui non era coperto dai ghiacciai. Questo significa che dovremmo collocare tale civiltà ad almeno cento milioni di anni fa, quando l'Antartide era più vicino all'equatore; non dobbiamo dimenticare infatti che i continenti non sono stati sempre nella posizione odierna, si muovono – per quanto in maniera impercettibile – in continuazione, per via del fenomeno geologico della deriva dei continenti. Dovevano essere esistiti quindi altri umanoidi dotati di un'intelligenza pari alla nostra. Facciamo notare che i dinosauri si estinsero circa sessantacinque milioni di anni fa. Tornano quindi le suggestioni che ci rimandano alla tesi degli antichi astronauti. Del resto se non abbiamo traccia di questi esseri nei fossi, magari provenivano dallo Spazio.

La rivelazione: la forma piramidale è naturale

Questa civiltà misteriosa doveva per forza di cose essere anche notevolmente più avanzata della nostra, visto che quelle "piramidi" sono alte almeno quattromila metri (cento volte più delle piramidi di Giza). La foto sembra dimostrare l'esistenza di antiche piramidi in Antartide solo in virtù della decontestualizzazione, facendo leva sulle eventuali lacune dei lettori, ma anche sul fatto che dall'immagine non si possono immediatamente dedurre le dimensioni reali delle strutture.

Piramidi e risparmio energetico. Non è un caso se troviamo piramidi anche in civiltà del tutto isolate tra loro, pensiamo a quelle costruite dalle civiltà precolombiane in Sudamerica. Questo perché la forma piramidale è più "comoda". Un edificio con una base più larga garantisce più stabilità, perché asseconda le leggi fisiche; queste funzionano anche se noi le ignoriamo. Se rovesciamo una clessidra vedremo che la sabbia al suo interno tende ad assumere forma conica, altre disposizioni casuali della sabbia non potrebbero sostenersi fisicamente. I picchi piramidali non sono un mistero, vengono studiati da tempo e nella loro formazione gioca un ruolo non indifferente l'azione dei ghiacciai. Se avessimo un castello di carte e volessimo disfarlo pian piano, togliendo una carta alla volta in modo da non farlo crollare subito, ci accorgeremmo che conviene preservare una forma piramidale; quella energicamente più sostenibile, anche in virtù della forza di gravità.

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