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Allarme caldo record 2017: ‘Siamo in un territorio veramente inesplorato’

Nel nuovo report annuale pubblicato dall’Organizzazione mondiale della meteorologia gli scienziati sono estremamente pessimisti sugli effetti dei cambiamenti climatici, che quest’anno potrebbero essere peggiori del disastroso 2016.
A cura di Andrea Centini
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In occasione della Giornata mondiale della meteorologia, che si celebrerà giovedì 23 marzo e sarà focalizzata sul tema delle nubi, la World Meteorological Organization (WMO) ha pubblicato il tradizionale rapporto annuale sullo stato di salute climatico del nostro pianeta, e com'era lecito attendersi le notizie sono tutto fuorché positive. Il 2016, del resto, è stato considerato un vero e proprio ‘annus horribilis‘ per quel che concerne i cambiamenti climatici, con una serie di record negativi estremamente preoccupanti: temperature fuori scala soprattutto ai poli e nell'emisfero settentrionale, scioglimento dei ghiacci senza precedenti, uragani, inondazioni, crisi alimentari, desertificazione e distruzione della barriera corallina sono soltanto alcuni dei fenomeni che hanno toccato picchi poco lusinghieri in varie parti del mondo.

Nel nuovo documento redatto dagli scienziati della WMO non si fa mistero che il principale responsabile di un tale stravolgimento sia il fattore antropico, a causa di politiche poco lungimiranti in tema ambientale e che rischiano di finire in un baratro se la nuova amministrazione americana dovesse dar seguito a tutti i propositi emersi nella campagna elettorale, in parte già messi nero su bianco. Per queste ragioni il clima impazzito continuerà anche nel 2017, ma con un ulteriore motivo di preoccupazione, come ha spiegato il direttore del programma di ricerca sul clima David Carlson: “Stiamo assistendo a cambiamenti importanti su tutto il pianeta, che sfidano i limiti della nostra comprensione del sistema climatico: ora siamo in un territorio veramente inesplorato”. Ciò significa che le misure proposte in seno al Trattato di Parigi potrebbero non essere sufficienti a contrastarlo, seppur urgentissime per limitare i danni del riscaldamento globale.

Tra i vari motivi di preoccupazione per i ricercatori della WMO vi sono anche le concentrazioni di anidride carbonica nell'atmosfera, che nel 2016 hanno superato con costanza la ‘soglia psicologica' delle 400 parti per milione, e l'innalzamento dei mari, con 20 centimetri in più rispetto agli inizi del XX secolo. Il segretario generale della WMO Petteri Taalas, dopo aver ribadito che il 2016 è stato l'anno più caldo di sempre, con una temperatura media di 1,1° centigradi superiore rispetto all'epoca preindustriale, indica che l'influenza umana su tutti questi fenomeni è ormai “evidente”. Per la WMO è dunque necessario agire in fretta, una corsa contro il tempo per la quale non tutti sembrano disposti ad impegnarsi.

[Immagine di Ralph]

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