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I bambini piccoli con un elevato numero di batteri del genere Bacteroides nelle feci e quelli che hanno una flora intestinale più ricca ottengono i migliori punteggi nei test di sviluppo cognitivo.
A cura di Andrea Centini
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Ricercatori dell'Università della Carolina del Nord (UNC) hanno determinato che la flora batterica intestinale influenza le capacità cognitive dei bambini piccoli, in base alla ricchezza e alla diversità del bioma. Gli studiosi, coordinati dalla professoressa Rebecca Knickmeyer, docente di psichiatria presso la Scuola di Medicina dell'ateneo di Chapel Hill, sono giunti a questa conclusione dopo aver analizzato i batteri fecali di 89 bambini di un anno di età.

Attraverso analisi di laboratorio sulle feci hanno potuto suddividere i piccoli in tre sottogruppi, in base alla prevalenza batterica: il primo possedeva livelli elevati di batteri del genere Bacteroides; il secondo di Faecalibacterium e il terzo di un genere non ancora identificato dagli studiosi, ma sicuramente appartenente alla famiglia dei Ruminococcacaea.

A un anno di distanza dal prelievo, dunque all'età di due anni, i piccoli sono stati sottoposti a un test cognitivo chiamato “Mullen Scales of Early Learning”, una serie di test che verifica diverse abilità; dal grado di sviluppo del linguaggio “grezzo” alle capacità motorie, sino a quelle di percepire ciò che avviene nell'ambiente circostante. In pratica, una sorta di proiezione sul livello di ‘intelligenza' raggiunto.

Knickmeyer e colleghi hanno scoperto che i bambini con i risultati migliori erano quelli con i livelli più elevati di Bacteroides, inoltre, quelli con microbiomi meno ricchi avevano ottenuto punteggi inferiori rispetto ai piccoli con una flora intestinale molto diversificata. “Avevamo previsto sin dall'inizio che i bambini con microbiomi altamente diversificati avrebbero ottenuto risultati migliori”, ha sottolineato l'autrice principale della ricerca. “Del resto – ha aggiunto la psichiatra – altri studi hanno dimostrato che la bassa diversità batterica nell'infanzia è associata a problemi di salute, come il diabete di tipo 1 e l'asma”.

Non è la prima volta che i ricercatori determinano un legame tra la flora intestinale e il cervello; uno studio recente del California Institute of Technology, ad esempio, ha dimostrato che il morbo di Parkinson potrebbe essere causato proprio dai batteri intestinali, mentre una ricerca dell'Università della California di Los Angeles (UCLA) ha fatto emergere che essi possono influenzare il nostro comportamento emotivo. Lo studio sui bambini ha coinvolto un numero troppo limitato di soggetti per poter giungere a conclusioni definitive, e i ricercatori, che hanno pubblicato i propri risultati su Biological Psychiatry, effettueranno indagini ancor più approfondite nel prossimo futuro.

[Foto di Greyerbaby]

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