Vuoi diventare un astronauta? Tutto quello che devi sapere e fare per andare nello spazio
I tempi sono cambiati e se chiedeste a un bambino quale lavoro sogni di fare da grande potreste ottenere risposte quantomeno curiose, come ad esempio “lo youtuber”, tuttavia quella dell'astronauta resta una professione leggendaria, che continua ad affascinare le persone anche quando raggiungono l'età adulta. Trattandosi di un impiego per pochi “eletti” al mondo, un po' come quello di pilota di Formula-1, è necessario essere persone davvero eccezionali, con un curriculum vitae di notevolissimo spessore e condizioni psico-fisiche eccellenti. Ecco tutto quello che devi sapere per diventare astronauta, ma sappi che non sarà affatto semplice.
A chi rivolgersi
Prima di analizzare i requisiti e i percorsi necessari per diventare astronauti, è doveroso spendere qualche parola sui futuri datori di lavoro, che per noi italiani possono essere l'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e l'Agenzia Spaziale Europea (ESA). Lavorare per la NASA è più complesso poiché richiede la cittadinanza statunitense, tuttavia i progetti congiunti fra i vari enti, soprattutto i più ambiziosi, sono molteplici, dunque in qualche modo è possibile collaborare anche con gli americani. Per diventare astronauti dell'ESA è necessario vincere un concorso pubblico, che viene indetto circa ogni cinque anni ed è aperto a tutti i cittadini degli stati membri.
Età e altezza
Il primo dettaglio del quale dovete tener conto è il vostro anno di nascita. Per diventare astronauti dell'ESA bisogna infatti avere tra i 27 ed i 37 anni. Del resto, al di sotto dell'età minima prevista si è sicuramente impegnatissimi con lo studio, l'addestramento e il percorso necessario per conquistare i numerosi requisiti, mentre i più ‘anziani' possono purtroppo mettersi l'anima in pace, anche se qualificatissimi. La NASA sembra meno selettiva da questo punto di vista; basti pensare che l'astronauta ‘novellino' più anziano aveva ben 46 anni, mentre il più giovane 26. Attenzione, stiamo parlando di selezioni, poiché una volta entrati nel programma si può viaggiare nello spazio anche da “grandi”, come dimostra il recente record della cinquantasettenne Peggy Withson. Il nostro connazionale Paolo Nespoli, d'altro canto, tornerà a breve sulla ISS a 60 anni. Per quanto concerne l'altezza, essa deve essere compresa tra 1,53 metri e 1,90 metri, un intervallo non troppo stringente.
Vista ed altri requisiti fisici
Un astronauta deve avere una acuità visiva del 100%, ovvero i classici 10/10 per ciascun occhio, che possono essere raggiunti anche con occhiali o lenti a contatto. Attenzione agli interventi laser per la correzione dei disturbi: l'ESA non li accetta, la NASA chiude invece un occhio. Superato il primo esame visivo c'è anche quello relativo alle cosiddette diottrie sferiche, che debbono rientrare in uno specifico range (più stringente per i piloti). Le condizioni fisiche generali devono essere ottime: non si deve soffrire di alcuna malattia, avere dipendenze o disturbi psichiatrici. Molto buono deve essere anche il livello di allenamento: i test di idoneità fisica sono piuttosto impegnativi e l'addestramento da superare, in caso di selezione, è molto lungo. Buona parte di esso si svolgerà sott'acqua, quindi imparare a nuotare – e bene – è fondamentale. Del resto, bisogna saper resistere in un ambiente molto particolare e in condizioni di assenza di gravità. Non a caso è richiesto un brevetto da sub e sono apprezzate esperienze negli sport estremi, come ad esempio il paracadutismo.
Un carattere pacato
Anche se il lavoro di astronauta può sembrare adatto a “temerari” sprezzanti del pericolo, in realtà ESA e NASA cercano persone con un carattere calmo e dotate di forte autocontrollo. Gli iracondi, aggressivi e incapaci di lavorare in gruppo non sono bene accetti nello spazio. Affidereste loro il controllo dell'unico mezzo che vi separa da morte certa e quello di strumenti dal costo esorbitante? Le agenzie spaziali assolutamente no.
Scienziati e militari
Sfatiamo subito un mito. Essere pilota di aerei militari è un requisito estremamente gradito dalle agenzie spaziali, in particolar modo quando si tratta di collaudatori (perché testano velivoli sperimentali e generalmente sono i migliori in assoluto), ma non è fondamentale. Gli astronauti infatti si dividono tecnicamente in due categorie: i piloti e gli scienziati. Se per i primi la carriera militare è quasi una prerogativa (sono richieste almeno mille ore di volo), per i cosiddetti specialisti di missione si può essere anche “semplici” civili. Avere un brevetto da pilota privato, in questo caso, offre comunque più chance rispetto a chi non lo possiede.
Curriculum vitae e lingue
In alcuni rarissimi casi sono stati accettati astronauti con lauree umanistiche – recentemente è accaduto a un pilota militare dell'ESA – tuttavia una laurea nelle scienze matematiche, fisiche e naturali rappresenta un requisito fondamentale per accedere alle selezioni. La laurea da sola non basta, ma bisogna averla conquistata con dei voti eccellenti, e anche quello del diploma ha il suo peso. Gli astronauti sono coinvolti in un ambiente di lavoro ad elevatissima caratura intellettuale, dunque non è sufficiente essere bravi, bisogna essere i migliori. Non a caso i titoli accademici vanno accompagnati da pubblicazioni su riviste scientifiche prestigiose, esperienze di lavoro all'estero e magari collaborazioni con agenzie aerospaziali. La strada migliore per coniugare preparazione universitaria e rigore militare è probabilmente quello dell'accademia aeronautica. Come è facile immaginare risulta fondamentale un inglese fluente, ma è estremamente gradita anche la conoscenza del russo e delle lingue orientali. La concorrenza è spietata e per essere selezionati si deve primeggiare in tutti questi campi.