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Vita sulla Terra grazie a collisione planetaria che ha originato la Luna: la nuova teoria

Un team di ricerca americano dell’Università Rice ha dimostrato che gli elementi volatili alla base dell’atmosfera, dell’idrosfera e della biosfera della Terra potrebbero essere legati al colossale impatto tra il nostro pianeta e un altro dalle dimensioni di Marte, Theia. La collisione avrebbe dato origine anche la Luna.
A cura di Andrea Centini
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La vita sulla Terra sarebbe sorta in seguito a un colossale impatto tra il nostro pianeta e un altro corpo celeste con le dimensioni di Marte, il famoso Theia, che diverse teorie ritengono responsabile della formazione della Luna. La collisione planetaria si sarebbe verificata circa 4,5 miliardi di anni fa, poco dopo la nascita del Sistema solare. La nuova, affascinante teoria, formulata da scienziati del Dipartimento di Scienze della Terra, Ambientali e Planetarie presso l'Università Rice di Houston, Texas, si basa sulla ‘consegna' delle sostanze volatili che hanno dato vita all'atmosfera, all'idrosfera e di conseguenza anche alla biosfera, cioè all'insieme degli organismi viventi che popolano la Terra. Ma procediamo con ordine.

Un aiuto esterno. In base a diversi studi, il nostro pianeta, da solo, non avrebbe potuto produrre le sostanze volatili come carbonio, azoto, idrogeno e zolfo alla base dell'atmosfera e della vita. Serviva un ‘aiuto esterno', e fino ad oggi l'ipotesi più probabile era quella dei meteoriti, che hanno bombardato a lungo la Terra dopo la sua formazione. Nello specifico sarebbero state le condriti carbonacee, che sono ricche di queste sostanze. Diversi calcoli hanno tuttavia dimostrato che il rapporto tra i vari elementi – in particolar modo quello tra carbonio e azoto – e le concentrazioni di alcuni di essi non collimano tra Terra e meteoriti. Per questo gli scienziati guidati dal professor Damanveer Grewal hanno proposto la teoria di Theia, suffragandola con due affascinanti esperimenti.

Lo studio. Nel primo esperimento gli scienziati hanno simulato le pressioni e le temperature che avrebbero dato vita al nucleo di Theia, che sarebbe stato ricco di zolfo e in grado introdurre sulla Terra le corrette concentrazioni di carbonio e azoto. Nel secondo test hanno invece realizzato una simulazione al computer, analizzando ben un miliardo di scenari differenti per individuare quello che avrebbe potuto dar vita alle concentrazioni di sostanze volatili oggi presenti sulla Terra. “Ciò che abbiamo scoperto è che tutte le prove – le firme isotopiche, il rapporto carbonio-azoto e le quantità complessive di carbonio, azoto e zolfo nel silicato di massa della Terra – sono coerenti con l'impatto di un pianeta con un nucleo ricco di zolfo”, ha dichiarato il professor Grewal. “Questo studio suggerisce che un pianeta roccioso simile alla Terra ha più possibilità di acquisire elementi essenziali per la vita se si forma ed evolve in seguito a impatti giganteschi con pianeti che hanno raccolto diversi mattoni, forse da parti diverse di un disco protoplanetario”, ha aggiunto il coautore dello studio Rajdeep Dasgupta. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati su Science Advances.

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