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Vino rosso e bucce dell’uva, elisir di lunga vita: come il resveratrolo protegge le cellule

Grazie a molecole ottenute dall’antiossidante resveratrolo, sostanza normalmente contenuta nella buccia d’uva e nel vino rosso, un team di ricerca britannico è riuscito letteralmente a ringiovanire le cellule vecchie, ripristinando aspetto, funzioni, geni e capacità di replicazione.
A cura di Andrea Centini
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Le cellule vecchie possono essere ringiovanite con un ‘elisir' a base di composti antiossidanti come il resveratrolo, una sostanza presente nella buccia dell'uva e nel vino rosso. Lo ha scoperto un team di ricerca dell'Università di Exeter, Gran Bretagna, il cui studio potrebbe gettare le basi per creare trattamenti all'avanguardia in grado di mantenere giovani le cellule degli anziani, proteggendoli dalle patologie degenerative tipiche della terza età.

Com'è noto, le cellule (sane) del nostro organismo col passare degli anni perdono progressivamente le proprie capacità di replicazione e alcune funzionalità; basti pensare ai capelli grigi e bianchi, dovuti alle cellule dei capelli e dei peli che non riescono più ad esprimere il pigmento, oppure alla pelle che inizia inevitabilmente a raggrinzirsi. Sono gli effetti delle variazioni genetiche e fisiologiche innescate dal tempo, che sfociano nel caratteristico accorciamento dei telomeri, la porzione terminale e protettiva dei cromosomi. Gli anni, in pratica, rallentano le nostre cellule e ne complicano le funzioni, sino all'inevitabile morte dell'organismo.

Gli studiosi britannici coordinati dalla professoressa Eva Latorre si sono concentrati proprio su queste cellule senescenti, e una volta messe in coltura le hanno trattate con molecole di resveratrolo, un antiossidante più volte associato ai cosiddetti ‘elisir di lunga vita'. Dalle analisi è emerso che non solo queste cellule hanno iniziato – letteralmente – a ringiovanire, manifestando aspetto e caratteristiche di quelle giovani, ma in esse si sono addirittura riattivati alcuni geni tipicamente ‘spenti' in vecchiaia ma attivi in gioventù. Persino i telomeri hanno riacquistato il loro vigore giovanile, garantendo alle cellule trattate una rinnovata capacità di replicarsi.

Si tratta dunque di un risultato straordinario, che secondo la ricercatrice a capo del progetto, in futuro, potrebbe sfociare in trattamenti capaci di proteggerci da malattie croniche e degenerative durante la vecchiaia. I dettagli dell'affascinante ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica BMC Cell Biology.

[Credit: Engin_Akyurt]

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