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Mangiare pesce e verdure abbatte il rischio di Covid grave

Mettendo a confronto le abitudini alimentari di circa tremila medici e infermieri con lo sviluppo e la gravità delle infezioni da coronavirus SARS-CoV-2, un team di ricerca americano guidato da scienziati dell’Università Johns Hopkins ha determinato che le diete a base di vegetali e con pesce abbattono il rischio di sviluppare la forma grave della COVID-19.
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A cura di Andrea Centini
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Le diete principalmente basate su prodotti di origine vegetale e con pesce riducono in modo significativo il rischio di sviluppare la forma grave della COVID-19, l'infezione provocata dal coronavirus SARS-CoV-2. È quanto emerso da un nuovo studio condotto da scienziati americani della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Welch Center for Prevention, Epidemiolgy, and Clinical Research, della Divisione di Medicina Cardiovascolare del Brigham & Women's Hospital di Boston, del Dipartimento di Medicina dello Stamford Hospital e di altri istituti.

I ricercatori, coordinati dal professor Hyunju Kim, docente presso il Dipartimento di Epidemiologia dell'ateneo del Maryland, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato le risposte di circa tremila medici e infermieri di sei diversi Paesi (Francia, Germania, Italia, Spagna, Stati Uniti e Regno Unito) iscritti al programma Survey Healthcare Globus. Tutti gli operatori sanitari erano in prima linea nella lotta alla pandemia di COVID-19, pertanto a elevato rischio di infezione. Nei questionari sottoposti loro non solo hanno riportato le proprie abitudini alimentari (sulla base di 47 diversi prodotti), ma anche la comparsa di sintomi ascrivibili alla COVID-19, la positività ai tamponi, la gravità della malattia sperimentata, i farmaci assunti e altri dati clinici, che hanno aiutato il professor Kim e i colleghi a rilevare l'associazione tra dieta e rischio di COVID-19 grave.

In base agli alimenti consumati con maggiore frequenza, gli scienziati hanno suddiviso le diete degli operatori sanitari in quattro macro-categorie: dieta basata sui vegetali (con verdure, legumi e noci consumati in maggiori quantità e poca carne); pescatariana a base vegetale, identica a quella precedente ma con l'aggiunta di pesce e frutti di mare; a basso contenuto di carboidrati e ad alto contenuto di proteine. Tra i circa tremila partecipanti, in poco meno di 600 hanno sperimentato i sintomi della COVID-19; tra essi in 138 hanno avuto la COVID-19 confermata nella forma da moderata a grave, mentre gli altri 430 da molto lieve a lieve. In 2.300 non hanno avuto sintomi e non sono mai risultati positivi ai tamponi oro-rinofaringei o ai test sierologici.

Incrociando tutti i dati è emerso che chi seguiva una dieta a base vegetale aveva il 73 percento in meno di probabilità di sperimentare la COVID-19 grave, mentre chi seguiva la dieta pescatariana aveva un rischio abbattuto del 59 percento. Chi invece adottava modelli alimentari basati su pochi carboidrati e tante proteine presentava un rischio quadruplo di sviluppare la COVID-19 grave. I dati sono stati controllati tenendo in considerazione fattori di rischio come età, peso, sedentarietà, vizio del fumo e altri ancora. Secondo gli autori dello studio, la protezione offerta dalle diete a base vegetale sarebbe legata a sostanze nutritive in grado di rinvigorire il sistema immunitario come polifenoli, carotenoidi, vitamine e minerali, mentre per la pescatariana i vantaggi deriverebbero dalla vitamina D e dagli Omega-3 presenti nel pesce, sostanze note per le proprietà antifiammatorie.

“I nostri risultati suggeriscono che una dieta sana ricca di cibi nutrienti può essere presa in considerazione per la protezione contro la COVID-19 grave. Le tendenze in questo studio sono limitate dalla dimensione dello studio (piccoli numeri con un test positivo confermato) e dal design (autosegnalazione su dieta e sintomi), quindi è necessaria cautela nell'interpretazione dei risultati”, ha dichiarato in un comunicato stampa il professor Shane McAuliffe, vicepresidente presso NNEdPro Nutrition. “Tuttavia, una dieta di alta qualità è importante per ottenere un'adeguata risposta immunitaria, che a sua volta può influenzare la suscettibilità alle infezioni e la gravità”, ha aggiunto lo scienziato.

Va tenuto presente che si è trattato di un semplice studio osservazionale che non mette in evidenza rapporti di causa ed effetto, pertanto i risultati dovranno essere confermati da indagini più approfondite. I dettagli della ricerca “Plant-based diets, pescatarian diets and COVID-19 severity: a population-based case–control study in six countries” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata BMJ Nutrition Prevention & Health.

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