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Covid 19

Variante inglese fino al 90% più contagiosa delle altre, scienziati: “Chiudere scuole e vaccinare”

Analizzando le sequenze genomiche di 150mila campioni del coronavirus SARS-CoV-2 ottenuti da pazienti britannici, un team di ricerca internazionale guidato da ricercatori della London School of Hygiene and Tropical Medicine ha determinato che la variante inglese (B.1.1.7) ha una trasmissibilità fino al 90 percento superiore rispetto ai 307 ceppi emersi in precedenza.
A cura di Andrea Centini
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Particelle virali del coronavirus su cellule in coltura. Credit: NIAID
Particelle virali del coronavirus su cellule in coltura. Credit: NIAID
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La variante inglese del coronavirus SARS-CoV-2 ha una trasmissibilità fino al 90 percento superiore rispetto ai ceppi emersi in precedenza. Si tratta di un valore significativamente maggiore di quello stimato nelle scorse settimane, compreso tra il 30 e il 50 percento. La variante inglese B.1.1.7 (o Variant of Concern 202012/01 – VOC-202012/01) è emersa alla fine dello scorso anno nell'Inghilterra sudorientale e ha preso rapidamente il sopravvento sulle altre, diffondendosi in ben 82 Paesi. Si ritiene che in Italia – così come negli Stati Uniti e altrove – diventerà la dominante nel giro di poche settimane, proprio a causa della maggiore contagiosità. Già in Lombardia il 64 percento dei campioni virali sequenziati è ascrivibile alla variante inglese. Nel Regno Unito, alla data del 15 febbraio 2021, ben il 95 percento dei positivi risultava contagiato dalla variante emergente.

A determinare che la variante B.1.1.7 ha una trasmissibilità nettamente maggiore delle altre (tra il 43 e il 90 percento) è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati della London School of Hygiene and Tropical Medicine, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della società americana Selva Analytics LLC, del Lab of Socioecology and Social Evolution di Lovanio (Belgio), del College of Information Science and Technology dell'Università Statale della Pennsylvania e di altri istituti. Gli scienziati, coordinati dal professor Nicholas G. Davies del Center for Mathematical Modeling of Infectious Diseases dell'istituto londinese, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato le sequenze genomiche di 150mila campioni virali del coronavirus SARS-CoV-2, tutti ottenuti da cittadini britannici. Grazie a un modello matematico hanno determinato che il tasso di crescita nelle persone infettate dalla variante inglese (a 31 giorni dalle osservazioni iniziali) era sensibilmente superiore a quello di tutti gli altri 307 lignaggi emersi in precedenza. Il meccanismo biologico alla base di questa contagiosità superiore è stato associato a una eventuale carica virale più elevata o a un periodo di diffusione maggiore. È noto che la variante inglese VOC 202012/01 si caratterizza per 17 mutazioni (14 mutazioni puntiformi e 3 delezioni), delle quali otto sono localizzate sulla proteina S o Spike, il “grimaldello biologico” che guida l'aggancio e l'ingresso del coronavirus nelle cellule umane (attraverso il recettore ACE-2). Si ritiene che soprattutto la mutazione N501Y sia alla base delle caratteristiche della variante, potenzialmente anche più mortale (fino al 70 percento secondo questo studio).

Alla luce di questa maggiore trasmissibilità, gli autori dello studio sottolineano l'urgenza di prendere misure drastiche e rapide per ostacolare l'ulteriore diffusione del patogeno. Innanzitutto la chiusura delle scuole, seguita da una campagna vaccinale ancor più massiccia e capillare (più facile a dirsi che a farsi, considerando le scorte limitate delle dosi). “Senza rigorose misure di controllo, inclusa la chiusura limitata delle istituzioni educative e la somministrazione dei vaccini notevolmente accelerata, i ricoveri e i decessi per COVID-19 in tutta l'Inghilterra nel 2021 supereranno quelli nel 2020”, hanno dichiarato gli autori dello studio in un comunicato stampa. Questo discorso naturalmente è valido anche per tutti gli altri Paesi in cui la variante inglese sta prendendo il sopravvento. Per gli scienziati è fondamentale continuare a stimarne il tasso di crescita e determinare la gravità della malattia che provoca, dati fondamentali per veicolare le decisioni delle istituzioni. I dettagli della ricerca “Estimated transmissibility and impact of SARS-CoV-2 lineage B.1.1.7 in England” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Science.

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