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Covid 19

Vaccino coronavirus di Pfizer: “Serve cautela, dietro all’annuncio nessun dato dettagliato”

Lo scienziato statunitense William Haseltine, uno dei massimi esperti di virologia e malattie infettive, denuncia la mancanza di dati a supporto della dichiarazione di efficacia rilasciata dalla casa farmaceutica statunitense: “Ci sono ancora molte domande in sospeso e che rimangono ancora senza risposta”.
A cura di Valeria Aiello
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L’annuncio, arrivato lunedì 9 novembre, ha avuto un impatto enorme: il vaccino anti-Covid sviluppato dalla casa farmaceutica statunitense Pfizer in collaborazione con l’azienda di biotecnologie BionTech è efficace al 90% nel prevenire l’infezione da coronavirus Sars-Cov-2. La dichiarazione è arrivata sulla base di 94 casi di Covid-19 osservati nel corso della sperimentazione clinica di fase 3 che ha coinvolto circa 44mila volontari, una notizia è stata accolta con grande ottimismo a livello globale ma che ha lasciato non pochi dubbi tra gli esperti perché, con il primo dato assoluto di efficacia di un vaccino anti-Covid, né Pfizer né il suo partner tedesco BionTech non sono stati diffusi i dati dell’analisi ad interim della sperimentazione di fase 3 ancora in corso. Del resto, anche noi di Fanpage.it, nel commentare l’annuncio siamo dovuti ricorrere al condizionale nello spiegare che i 94 volontari che hanno contratto l’infezione farebbero “presumibilmente parte del gruppo di volontari cui è stato somministrato placebo”. Altri media hanno invece indicato che solo una decina di casi si sarebbe verificata tra i volontari che hanno invece ricevuto le due dosi previste di vaccino.

“Dietro all’annuncio nessun dato dettagliato”

Un’incertezza dovuta la fatto che, oltre alla speranzosa affermazione di efficacia, al momento non sono stati diffusi dati dettagliati che confermano quanto sia valido il vaccino, così come mancano le informazioni relative alla sua sicurezza e tollerabilità. Oltre infatti a dichiarare che “il comitato di monitoraggio dei dati non ha identificato particolari problemi relativi alla sicurezza” Pfizer non ha fornito dettagli sulla frequenza e la gravità degli effetti collaterali. In una nota, il Ceo di Pfizer, Albert Bourla,  ha dichiarato che la società condividerà ulteriori dati sull’efficacia e sulla sicurezza “nelle prossime settimane”.

Un rinvio che non può che far storcere il naso a chi è abituato a rilasciare dichiarazioni sulla base di risultati, come lo scienziato statunitense William Haseltine, ex professore di Medicina presso la Harvard Medical School (dove ha fondato due dipartimenti di ricerca su cancro e HIV) e fondatore di diverse società di biotecnologie tra cui Human Genome Sciences acquistata nel 2012 da GlaxoSmithKline per 3 miliardi di dollari.

Questa è scienza per dichiarazioni pubbliche” ha detto Haseltine in un’intervista a Business Insider, sottolineando che c’è ancora molto da conoscere sul candidato vaccino di Pfizer. “Ci sono ancora molte domande in sospeso e che rimangono senza risposta”.

La maggior parte dei dubbi ruota attorno ai limiti del trial: “Non sappiamo se il vaccino di Pfizer sia in grado di prevenire l’infezione, aumentando la possibilità di portatori asintomatici” si legge nell'edizione Usa del magazine finanziario. Lo studio in doppio cieco e randomizzato con placebo è stato infatti progettato per stabilire se la vaccinazione possa determinare una diminuzione di casi di Covid-19 ma questo obiettivo fa emergere una distinzione cruciale, che potrebbe avere una grande influenza sulla risposta alla pandemia: questo vaccino previene sia l’infezione sia la malattia? “Questo è un punto importante che non credo che la maggior parte delle persone gradisca –  ha aggiunto Haseltine – . Non significa la fine della pandemia”.

Lo scienziato statunitense ha sollevato anche la questione relativa alla possibilità che il vaccino sia in grado di ridurre le forme gravi della malattia, e in ultima analisi, su quanto influisca sul numero di ricoveri e decessi. “Ancora una volta, i risultati dello studio sono limitati dal suo obiettivo principale, che non è quello di distinguere tra pazienti che sviluppano forme lievi di Covid-19 (tosse e febbre per alcuni giorni) e pazienti che sviluppano malattia grave". Infine, il comunicato stampa di Pfizer “non indica se il vaccino sia o meno efficace in diversi sottogruppi di volontari, come gli anziani, che sono più suscettibili ai peggiori esiti del virus”.

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