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Covid 19

Perché il vaccino Covid-19 di Pfizer è efficace: cosa ci dicono i risultati preliminari

L’annuncio è arrivato direttamente dalla casa farmaceutica statunitense che ha sviluppato il composto in collaborazione con l’azienda tedesca BionTech. Si tratta di un risultato che supera le aspettative, in quanto l’efficacia prevista era compresa tra il 60-70%.
A cura di Valeria Aiello
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I risultati preliminari della sperimentazione del vaccino prodotto dalla casa farmaceutica statunitense Pfizer in collaborazione con l’azienda tedesca BionTech indicano che siamo sulla buona strada. La formulazione, basata sulla tecnologia ad acidi nucleici che incorporano geni del nuovo coronavirus Sars-Cov-2 per indurre la risposta immunitaria contro il patogeno, ha dimostrato di prevenire il 90% delle infezioni. Nello specifico, il vaccino a mRna chiamato BNT162, per cui sono ancora in corso i test clinici di fase 3 su migliaia di volontari, è risultato efficace nel 90% dei partecipanti arruolati nello studio, un risultato che supera le aspettative, in quanto l’efficacia inizialmente prevista si aggirava intorno al 60-70%.

Vaccino Covid-19 di Pfizer è efficace, cosa ci dicono i risultati preliminari

Il dato si basa sui risultati preliminari ottenuti dopo che 94 partecipanti allo studio in doppio cieco randomizzato con placebo hanno contratto l’infezione da nuovo coronavirus, vale a dire che dall'inizio della fase 3 (partita lo scorso luglio) ad oggi, 94 persone su 44mila volontari sono risultate positive a Covid-19, presumibilmente facenti tutte parte del gruppo cui è stato somministrato placebo. L’analisi di efficacia andrà avanti fino a quando non si saranno verificati 164 casi di infezione e, se i risultati saranno confermati, i dati posizioneranno la formulazione di Pfizer in testa alla corsa globale al vaccino contro Sars-Cov-2.

Come detto, il candidato vaccino di Pfizer/BionTech si basa su acidi nucleici che forniscono istruzioni genetiche per la produzione di proteine virali in grado di stimolare il sistema immunitario, un approccio attraverso cui fino ad oggi non è mai stato approvato alcun vaccino per uso umano. In tal senso, i risultati preliminari sono di buon auspicio anche per gli altri candidati vaccini, in particolare per quello sviluppato dall’azienda statunitense Moderna che utilizza una tecnologia simile e per il quale nelle prossime settimane si attendono i risultati preliminari di efficacia. Se anche questo studio darà gli esiti sperati, potrebbero essere dunque disponibili addirittura due vaccini entro la fine dell’anno.

Tornando al vaccino di Pfizer/BionTech, i ricercatori prevedono di ottenere l’autorizzazione per l’uso di emergenza nella terza settimana di novembre. Vale a dire che, unitamente al profilo di efficacia, gli studiosi dovranno fornire alle agenzie regolatorie – la Food and Drug Administration (FDA) negli Usa e l'Agenzia europea del farmaco (EMA) – anche i dati relativi al profilo di sicurezza del vaccino sui cui, in base anche a quanto nelle fasi 1-2 di sperimentazione clinica, non dovrebbero esserci particolari dubbi.

Finora, secondo quanto riferito da Pfizer e BionTech, il comitato di monitoraggio dei dati dello studio non ha infatti identificato particolari problemi relativi a sicurezza e tollerabilità del farmaco. Le due aziende hanno affermato che dovrebbero essere in grado di produrre 1,3 miliardi di dosi entro la fine del 2021 che, in considerazione del fatto che a ciascuna persona dovranno essere somministrate due dosi a distanza di 28 giorni una dall’altra, saranno sufficienti per vaccinare 650 milioni di persone. Entro la fine de 2020 dovrebbero essere già disponibili 50 milioni di dosi.

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