USA, via libera al farmaco che riduce il rischio di infezione da HIV
Si chiama Truvada ed è una piccola compressa blu a somministrazione giornaliera a base di due antiretrovirali (emtricitabina e tenofovir disoproxil fumarato) che, grazie all'approvazione da parte dell'ente del Governo degli Stati Uniti addetto alla regolamentazione di prodotti alimentari e farmaceutici, da oggi potrà essere utilizzato non soltanto all'interno della terapia per i pazienti sieropositivi ma anche nei soggetti sani che, tuttavia, risultano essere esposti ad alto rischio di infezione, come ad esempio partner di individui che hanno già contratto l'infezione. Truvada è il primo farmaco ad aver ricevuto il via libera dalla Food and Drug Administration in qualità di agente per la prevenzione dell'HIV in adulti non infetti, nell'ambito di una strategia denominata profilassi pre-esposizione a cui, chiaramente, va sempre associato l'uso del preservativo e i ciclici controlli medici indispensabili per le persone che convivono con un alto rischio di contrarre l'HIV.
Importante, a tal proposito, è non creare confusione sottolineando che Truvada non è il vaccino anti-AIDS ma un fattore che può intervenire ad abbassare notevolmente le probabilità di infettarsi. L'efficacia come agente preventivo del farmaco, che è già in commercio dal 2004 e che viene utilizzato nel trattamento terapeutico dei pazienti sieropositivi, è stata verificata attraverso due ampie sperimentazioni cliniche del farmaco controllate grazie all'uso dei placebo: i due grandi test hanno rilevato una riduzione nel rischio di contrazione rispettivamente del 42% e del 75%, mentre diversi studi e ricerche si sono soffermate positivamente sul ruolo di Truvada nella lotta contro il famigerato virus.
Purtroppo non è ancora la cura miracolosa per un male che, da quanto è stato riconosciuto la prima volta più di trent'anni fa, non smette di diffondersi, raggiungendo sempre più l'aspetto di una pandemia, soprattutto in particolari aree geografiche: la prevenzione, la protezione dei rapporti sessuali e il ricorso a comportamenti sicuri, è ancora la sola arma vincente contro l'HIV che, a tutt'oggi, resta un nemico insidioso e sempre più presente, nei Paesi occidentali come in quelli in via di sviluppo.
Ma è un passo avanti fondamentale, una svolta significativa unita ai tanti progressi che la medicina sta compiendo nella medesima direzione seguendo anche altre strade: allo studio degli scienziati ci sono diverse opportunità che vanno dal vaccino definitivo, alla possibilità di intervenire sul codice genetico dei pazienti sieropositivi per rendere l'organismo resistente al virus. Sembra sempre più vero che, compatibilmente con i tempi prolungati che richiedono i trial clinici, l'AIDS abbia seriamente "i giorni contati".