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Uomo su Marte sempre più vicino grazie a questi depositi di ghiaccio appena scoperti

Attraverso l’analisi delle immagini catturate dalla sonda Mars Reconnaissance Orbiter gli scienziati hanno individuato otto depositi di ghiaccio sul Pianeta rosso. Sono superficiali, si trovano alle medie latitudini e l’acqua ghiacciata sembra sufficientemente pura, dettagli che agevolano la futura esplorazione umana.
A cura di Andrea Centini
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Otto vasti depositi di ghiaccio superficiale sono stati individuati alle medie latitudini di Marte, una scoperta straordinaria per diverse ragioni. Benché infatti fosse nota da tempo la presenza di acqua ghiacciata sul Pianeta rosso, questi accumuli – chiamati scarpate – presentano caratteristiche che possono agevolare le prime missioni di esplorazione umana. Si trovano infatti appena al di sotto della superficie (a 1 o 2 metri di profondità) o sono persino esposti alla luce del Sole; ciò significa che possono essere facilmente sfruttati per l'estrazione dell'acqua. Il prezioso liquido, oltre che per bere e coltivare, è fondamentale anche per produrre carburante dall'idrogeno.

Poiché sono situati tra i 50° e i 60° gradi di latitudine dall'equatore, inoltre, risultano più accessibili di quelli siti nelle rigidissime zone polari. Un dettaglio ancor più interessante è la purezza del ghiaccio che sembra trasparire dalle immagini catturate dallo strumento HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment) installato sulla sonda della NASA Mars Reconnaissance Orbiter, una potentissima fotocamera da 65 chilogrammi costata 40 milioni di dollari. Gli scienziati non hanno ancora un'idea precisa di quanto siano puri e profondi questi depositi, ma dalle analisi sembra che affondino per un centinaio di metri e che siano sufficientemente liberi dalla contaminazione di regolite e altri composti. Ciò significa minor dispendio di energia per lo sfruttamento, un dettaglio da non trascurare per i primi esploratori del Pianeta rosso.

Secondo i ricercatori coordinati dal professor Colin Dundas, ricercatore dell'Astrogeology Science Center presso lo US Geological Survey, questi depositi si sarebbero formati nell'arco di migliaia di anni dopo continue nevicate, che hanno permesso al ghiaccio di compattarsi e creare le scarpate. Studiandole sarà possibile conoscere con maggior precisione anche la storia climatica ed evolutiva del pianeta, dunque rappresentano un bersaglio privilegiato per le prossime missioni robotiche, come Mars 2020 della NASA (basata su un rover simile a Curiosity) ed ExoMARS 2020 dell'Agenzia Spaziale Europea. I dettagli sui depositi di ghiaccio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Science.

[Credit: NASA/JPL/USGS/Università dell'Arizona]

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