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Uno studio per svelare i segreti della fase REM

Lo hanno portato avanti alcuni ricercatori giapponesi, nel tentativo di penetrare in uno dei più misteriosi regni della nostra mente.
A cura di Nadia Vitali
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C’è un momento, mentre dormiamo, in cui gli occhi si muovono rapidamente sotto le palpebre chiuse e la maggior parte dei sogni nascono nella nostra mente: è la fase REM, fonte di ispirazione per scienziati, medici, filosofi ed artisti. Il fascino di questo fenomeno è stato senz'altro accresciuto, negli ultimi anni, dai numerosi studi sulla mente che, sempre più, ci fanno addentrare in questo regno ancora estremamente misterioso.

L'ultimo lavoro sull'argomento sembra portare nuova luce sul mistero di cosa accade nella nostra mente mentre dormiamo, identificando il circuito neuronale che regola questo stadio del sonno e mostrando come la fase REM, in realtà, controllo anche la fisiologia dell'altro stadio del sonno, quello non REM.

Lo studio è iniziato quando alcuni ricercatori giapponesi si sono resi conto del fatto che molti neuroni di un’area cerebrale sospettata di essere coinvolta nei meccanismi della fase REM, chiamata ponte di Varolio, somigliavano stranamente alle cellule di un’area distante, chiamata labbro rombico e posta nel cervelletto. Come dei detective del cervello, i ricercatori si sono chiesti se quei neuroni potevano risalire alla fase del primo sviluppo neuronale e se era possibile tracciarne la migrazione che li aveva portati fino al ponte.

Il metodo innovativo utilizzato per questo scopo si chiama DREADD (Designer Receptors Exclusively Activatec by Designer Drugs) e, attraverso l’osservazione dell’attività cerebrale delle cavie con degli elettrodi, ha consentito di confermare la comune origine dei neuroni presenti in due regioni diverse; ma la tecnica ha portato anche all'identificazione di cellule in grado di eccitare o inibire la fase REM.

Dopo di ciò, i ricercatori si sono dedicati ad esaminare il ruolo della fase REM nella fisiologia generale del sonno, studiando l’attività cerebrale delle cavie e giungendo alla conclusione che la fase non REM, a sua volta suddivisa in quattro stadi, agisce sotto il controllo di quella REM, in una gerarchia che ha un importante significato.

Se le esperienze acquisiste durante la veglia vengono stoccate durante la fase non REM, allora anche la fase REM contribuisce a questo fondamentale processo, spiegano i ricercatori: ma qual è il ruolo evolutivo della fase REM nel sonno dei mammiferi? Questo, assieme ad altri misteri e alla relazione che intercorre tra i diversi stadi del sonno – assicurano gli autori dello studio pubblicato da Science – saranno future aree di interesse per la ricerca.

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