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Troppi antibiotici in Italia (e troppa resistenza ai farmaci)

La guerra contro i batteri non solo non è stata vinta ma, a causa dell’antibiotico-resistenza, sta prendendo una piega sempre più preoccupante. Da qui la necessità di campagne di sensibilizzazione.
A cura di Nadia Vitali
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Una settimana per puntare l'attenzione sul tema dell'antibiotico-resistenza e per incoraggiare un utilizzo più corretto e coscienzioso di questi farmaci: è la World Antibiotic Awareness Week, promossa dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e in corso in questi giorni.

Antibiotici, maneggiare con cura

Cambiare il modo in cui ci si serve degli antibiotici in modo che restino quello che sono, ossia una potentissima arma nelle nostro mani, anziché trasformarsi in qualcosa di definitivamente inutile a causa della resistenza dei batteri: questo l'obiettivo della campagna lanciata dall'OMS "Antibiotici, maneggiare con cura". Una campagna che è indirizzata soprattutto a quei Paesi dove il fenomeno dell'antibiotico-resistenza risulta ancora in crescita: tra questi c'è l'Italia che, assieme alla Grecia, ha fatto registrare negli ultimi anni un aumento della resistenza ai carbapenemi che riguarda soprattutto i ceppi di Klebsiella pneumoniae, come spiegano gli esperti dell'Istituto Superiore di Sanità.

Enterobatteri carbapenemasi resistenti, il focus di quest'anno

Klebsiella pneumoniae è un batterio appartenente alla famiglia delle Enterobacteriaceae, patogeno opportunista che frequentemente può colonizzare l’apparato gastrointestinale umano, la cute e il tratto respiratorio superiore; le infezioni causate da esso si sviluppano per lo più nell'ambito delle strutture sanitarie e sono, soprattutto, a carico dell'apparato respiratorio, come le polmoniti, o batteriemie, con alta mortalità. Ma Klebsiella pneumoniae può essere responsabile anche di infezioni dell'apparato urinario e delle vie biliari, di infezioni da ferite chirurgiche e di meningiti. Si diffonde in maniera estremamente rapida, ragion per cui la presenza di ceppi resistenti ai carbapenemi costituisce una preoccupazione di prim'ordine per la salute pubblica.

La prevalenza di questi batteri ha visto un peggioramento soprattutto negli ultimi due anni: tredici paesi riportano una diffusione ampia o endemica nel 2015, mentre nel 2013 erano in sei. E tra questi l'Italia è nel gruppo peggiore perché conferma il primato, già avuto due anni fa, con il batterio endemico.

Escherichia Coli 

Ma non soltanto per questo l'Italia risulta sulla vetta della classifica della presenza di batteri resistenti agli antibiotici in Europea: ad affermarlo sono i dati per il 2015 diffusi dall'European Center for Diseases Control che mostrano anche come, nel caso dell'Escherichia Coli, uno dei più diffusi, il nostro paese avesse nel 2011 meno del 25% di resistenza, mentre ora è entrato nella fascia più alta, quella tra il 25 e il 50% (peggio di noi, solo la Romania)

Escherichia coli è un enterobatterio che vive nel tratto intestinale sia degli uomini sia degli animali ed e responsabile, in Europa, di infezioni del sangue (batteriemie e sepsi), nonché causa più frequente di infezioni urinarie, infezioni delle ferite chirurgiche, infezioni cutanee e addominali. Alcuni particolari ceppi particolari causano meningite neonatale e tossinfezioni alimentari in tutto il mondo.

Staphylococcus aureus e acinetobacter

Per gli Acinetobacter, una delle cause delle infezioni ospedaliere, siamo ormai sopra il 50%, ossia buona parte dei ceppi del gruppo isolati in Italia sono resistenti a molti antibiotici.

Per quanto riguarda la variante resistente alla meticillina dello Staphylococcus aureus chiamata MRSA siamo nella fascia compresa tra il 25 e il 50%: in particolare, negli ultimi anni si è assistito alla comparsa di ceppi di MRSA con epidemiologia diversa da quella tradizionale, tipicamente nosocomiale, che causano infezioni in soggetti privi di fattori di rischio. Le infezioni antibiotico-resistenti in ambito sanitario causano sepsi, endocarditi, polmoniti, meningiti, osteomieliti e infezioni cutanee e dei tessuti molli; nel caso delle sepsi la mortalità è elevata.

Non soltanto antibiotici ad uso terapeutico

In occasione della conferenza di presentazione del rapporto annuale dell'European Center for Diseases Control tenutasi il 18 novembre a Bruxelles, è stato ricordato come nello scorso anno siano morte 25.000 persone a causa della resistenza agli antibiotici. All'origine di questo fenomeno – si è evidenziato – c'è sicuramente un eccessivo uso di antibiotici, da parte di medici e di pazienti, ma anche l'uso non terapeutico negli animali da allevamento, benché messo al bando in Europa dal 2006.

La situazione è drammatica e combattiamo anche contro la diffusa mancanza di consapevolezza. Le dinamiche sono quelle del cambiamento climatico, di cui non vedremo gli effetti catastrofici svegliandoci domattina, ma ne verremo inesorabilmente travolti se non dovessimo agire immediatamente. – Xavier Prats Monné, Direttore generale per la Sanità

[In apertura: immagine via Flickr di Global Panorama]

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