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Una rosa cosmica bellissima

A circa 5.500 anni luce dalla Terra, in direzione della Costellazione del Sagittario.
A cura di Nadia Vitali
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Immagine ESO
Immagine ESO

Il suo nome è Messier 17 ma di soprannomi ne ha parecchi: Nebulosa Omega, Nebulosa Cigno, Nebulosa Checkmark (segno della spunta, in inglese), Nebulosa Ferro di Cavallo e Nebulosa Aragosta. Eppure vedendo questa nuova immagine, ottenuta grazie al Wide Field Imager montato sul telescopio di 2,2, metri dell’European Southern Observatory di La Silla in Cile, non possiamo non pensare ad una bellissima rosa: una rosa cosmica, nei cui petali nascono le stelle. Si tratta di una delle immagini più nitide mai realizzate dell'oggetto, ricca di dettagli pur mostrando l'intera nebulosa, con il paesaggio di nubi di gas, polvere e stelle appena nate.

Messier 17, che deve il suo nome a Charles Messier che la inserì nel suo catalogo nel 1764, si estende nella costellazione del Sagittario a circa 5.500 anni luce da noi per una porzione di cielo pari a circa 15 anni luce: formata da nubi di gas e polvere, alimenta la produzione di nuove stelle.

Quel colore rosso intenso che caratterizza la struttura, con le sue sfumature tendenti al rosa, è un indicatore della presenza di idrogeno gassoso incandescente: sono le stelle blu dalla vita breve che, appena formate nella nebulosa, emettono una radiazione ultravioletta che riscalda il gas fino a farlo brillare intensamente. Nella regione centrale, invece, risalta il bianco che è il risultato della combinazione della luce del gas più caldo con la luce stellare riflessa dalla polvere.

Gli scienziati dell’ESO spiegano che il gas della nebulosa dovrebbe avere massa pari a oltre 30.000 volte quella solare; al suo interno, inoltre, ci sarebbe anche un ammasso stellare aperto formato da 35 stelle, noto come NGC 6618. Ma in totale di stelle la nebulosa ne conterebbe molte di più: quasi 8.000 al centro e molte altre in formazione ai margini.

Non possono sfuggire quelle regioni oscure che fanno da contrappunto ai bagliori rosati: lì si trova la polvere che oscura la luce, materiale schermante che emette comunque luce ma rilevabile soltanto attraverso una telecamera infrarossa.

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