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Una dieta semi-vegetariana può “allungare la vita”

Abbassare il rischio di infarto ed ictus si può, riducendo l’apporto di alimenti di provenienza animale.
A cura di Nadia Vitali
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La virtù – si sa – sta sempre nel mezzo: quindi diffidate da chi, nell'ambito di suggerimenti alimentari, mette il veto su alcuni cibi consumati da secoli dall'umanità perché "dannosi". Certo, è chiaro che alcuni alimenti risultano più salutari di altri, così come è ovvio che la varietà deve essere la base di una dieta realmente sana; gli studi che hanno dimostrato come il consumo eccessivo di carne possa compromettere seriamente la condizione del nostro organismo in diversi modi non mancano, ma è pur vero che una bistecca di tanto in tanto non ammazzerà una persona in buona salute.

Meno carne, meno rischi

Osservazioni fin troppo scontate ma che trovano riscontro in una nuova ricerca presentata al meeting annuale 2015 della American Heart Association dove, un gruppo di esperti, ha spiegato come una dieta definibile semi-vegetariana, ossia con un'alta percentuale di cibi di origine vegetale anziché animale, sembri correlata ad un rischio più basso di infarto ed ictus. Lo studio si è basato sull'analisi dello stile di vita e delle abitudini alimentari di 451.256 europei ed ha evidenziato nelle persone con una dieta semi-vegetariana (nella quale il 70% o più del cibo proveniva da fonti vegetali) un rischio più basso del 20% di morire a causa di malattie cardiovascolari rispetto a coloro i quali si nutrivano per il 55% di carne e derivati animali.

«Una dieta semi-vegetariana non impartisce raccomandazioni assolute rispetto a specifici nutrienti. Ci si concentra sull'aumento della percentuale di cibi di origine vegetale rispetto a quelli animali che dà come risultato un miglioramento nell'equilibrio nutrizionale della dieta» ha spiegato Camille Lassale, Ph.D., autrice principale dello studio ed epidemiologa presso la School of Public Health dell'Imperial College London.

Lo studio

I partecipanti sono stati seguiti nell'ambito di uno studio chiamato European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition a partire dal 1992. Con quasi mezzo milione di persone di età compresa tra i 35 e i 70 anni, prive di malattie croniche, distribuite in 10 differenti Paesi e seguite mediamente per 12 anni, il campione era decisamente ampio. Attraverso dei questionari frequenti venivano raccolte informazioni relative ad altezza e peso, consumo del cibo, stili di vita, abitudini. L'aggiornamento dei dati e le cartelle cliniche hanno consentito di monitorare malattie e decessi.

I ricercatori hanno valutato in che misura la dieta di ciascuno poteva essere definita semi-vegetariana attraverso un sistema di punteggio: sette tipi di cibi vegetali (verdura, frutta, legumi, cereali, patate, noci ed olio d'oliva) aggiungevano punti mentre cinque alimenti di origine animale (carni, grassi animali, pesci ed altri prodotti di origine casearia o marina) li sottraevano. Sulla base del punteggio è stata stilata una sorta di classifica dal meno vegetariano al più vegetariano. Naturalmente i risultati andavano integrati con i dati dei volontari: età all'inizio dello studio, genere, calorie necessarie quotidianamente, indice di massa corporea, attività fisica, status sociale, consumo di alcol e vizio del fumo. Infine sono state cercate le correlazioni tra abitudini alimentari e rischio di morte per infarto o ictus.

Non è indispensabile una dieta "drastica"

«Anziché evitare drasticamente i cibi di origine animale, la sostituzione di una buona parte della carne nella dieta con cibi provenienti da fonti vegetali potrebbe essere un modo molto semplice ed efficace per abbassare il rischio di morte a causa di malattie cardiovascolari» ha commentato Lassale; i risultati sono perfettamente in linea con i benefici che si pensa provengano dal consumo di fibre, ad esempio. Insomma, l'ideale per restare in salute sembra essere abbondare in frutta e vegetali, cereali integrali, legumi, noci, latticini a basso contenuto di grassi; ma anche mangiare pollame e pesce, seppur in misura ridotta rispetto al resto.

L'irresistibile ascesa dei vegetariani

Negli ultimi anni il numero dei vegetariani è andato sempre più crescendo: la scelta, d'altronde, non ha più radici di natura esclusivamente etica dal momento che in molti hanno preferito eliminare del tutto la carne dal frigorifero proprio per ragioni di salute (ma anche per motivi ambientali). Questo perché gli studi che dimostrano come il maggiore consumo di alimenti di origine vegetale faccia molto bene alla salute sono ormai tantissimi; e tutti ci ricordano come il modello nutrizionale ispirato alla "dieta mediterranea" rimanga comunque il più sano.

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