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Un solo Paese è sulla buona strada per raggiugere gli obiettivi sul clima

Lo rileva una nuova analisi di Climate Action Tracker, una collaborazione di due organizzazioni scientifiche, Climate Analytics e NewClimate Institute. Solo uno stato africano sembra all’altezza degli impegni presi nell’accordo di Parigi sul clima.
A cura di Valeria Aiello
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Un’analisi desolante, su oltre 35 Paesi, tra i più grandi emettitori di carbonio nel mondo, rileva come nessuna nazione sia all’altezza degli impresi presi per frenare i cambiamenti climatici, ad eccezione di un solo stato africano. Il rapporto, che ha valutato una serie di misure, come le politiche climatiche nazionali intraprese, l’azione e l’uso del suolo, il sostegno finanziario internazionale e gli obiettivi per le emissioni, mostra se quanto fatto finora rappresenta o meno una “quota equa” in termini di riduzione delle emissioni.

Solo il Gambia sulla buona strada

Dei 36 Paesi valutati, solo una nazione ha ricevuto una valutazione climatica complessiva compatibile con la stabilizzazione del riscaldamento globale – riduzione delle emissioni e limiti per contenere il cambiamento climatico in 1,5 °C di riscaldamento globale, come da accordi di Parigi. Questo è il Gambia, un piccolo stato dell’Africa occidentale, che sta prendendo provvedimenti per aumentare il suo uso di energia da fonti rinnovabili. Altri sette Paesi  – Costa Rica, Kenya, Marocco, Etiopia, Nepal, Nigeria e Regno Unito – non sono molto indietro, con un punteggio “quasi sufficiente”, il che significa che potrebbero ancora fare in modo di rispettare l’obiettivo.

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Anche i Paesi con obiettivi forti, per lo più non sono sulla buona strada per raggiugerli – si legge nel rapporto di Climate Action Traker, una collaborazione di due organizzazioni scientifiche, Climate Analytics e NewClimate Institute. “Stimiamo che, con le azioni attuali, le emissioni globali saranno all’incirca al livello odierno nel 2030, emetteremo quindi il doppio di quanto richiesto per il limitare a 1,5 °C il riscaldamento globale”.

L’analisi arriva a appena un mese dalla pubblicazione del duro avvertimento arrivato dal sesto rapporto del Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (IPCC) e in vista del prossimo incontro degli esperti delle Nazioni Unite sul clima, che si terrà a novembre. I risultati dell’analisi risuonano anche all’indomani di ondate di calore storiche, spaventose inondazioni e gravi incendi che hanno devastato e continuano a imperversare in molte regioni d’Europa e Nord America.

Un numero crescente di persone in tutto il mondo sta soffrendo per gli impatti sempre più gravi e frequenti dei cambiamenti climatici – ha affermato lo scienziato del clima Bill Hare, Ceo di Climate Analytics e coautore del Rapporto sul monitoraggio dell’azione per il clima – . L’azione del governo continua a restare indietro rispetto a ciò che è necessario”.

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