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Un milione di casi di sindrome simil-influenzale in Italia: epidemia peggiore della stagione 2019-20

L’ISS comunica che l’attuale epidemia di sindrome simil-influenzale è peggiore di quella del 2019-20, con un’incidenza doppia. Stimati oltre 1 milione di casi.
A cura di Andrea Centini
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In Italia sono stati stimati oltre un milione di casi di sindrome parainfluenzale (o simil-influenzale) da quando è stata avviata la nuova campagna stagionale di InfluNet, il sistema nazionale di sorveglianza epidemiologica e virologica dell’influenza gestito dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in collaborazione col ministero della Salute. Alla quarantaseiesima settimana dell'anno corrente è stata rilevata un'incidenza pari a 4,77 casi per mille assistiti, che evidenzia una curva dei contagi in costante crescita rispetto alle settimane precedenti. Del resto con le riaperture e l'allentamento delle restrizioni anti Covid gli esperti si aspettavano che questo autunno/inverno vi sarebbe stato un ritorno dei patogeni respiratori, come quelli influenzali, parainfluenzali e il virus sinciziale respiratorio umano (RSV), che attualmente sta avendo un impatto significativo nei bambini.

Come indicato nell'ultimo bollettino della rete InfluNet, la maggioranza dei contagi al momento non è dovuta a patogeni responsabili dell'influenza, bensì a virus che provocano sindromi simil-influenzali. Basti sapere che tra un campione di 259 tamponi analizzati nei laboratori afferenti alla rete, soltanto in cinque – pari al 2 percento – sono risultati positivi a virus dell'influenza vera e propria. Nello specifico, quattro facevano riferimento al virus di tipo A (due H3N2 e due H1N1pdm09) e uno a un virus di tipo B. Dalle analisi è emerso che dieci dei campioni biologici analizzati erano positivi al coronavirus SARS-CoV-2, il patogeno responsabile della pandemia di COVID-19.

Tra oltre un milione di assistiti dai medici della rete InfluNet (alla 46esima settimana) sono stati diagnosticati 5.331 casi di positività ai virus influenzali/parainfluenzali, che determinano l'incidenza di 4,77 casi per mille pazienti. La fascia di età più colpita in assoluto è quella dei bambini tra 0 e 4 anni, con 1.300 casi confermati e un'incidenza pari a 21,25. Seguono la fascia di età 5 – 14 anni, con 801 casi e un'incidenza di 5,49; la fascia di età 15 – 64 anni con 2.618 casi e un'incidenza di 4,04; e la fascia di età degli over 65, con 612 casi e un'incidenza pari a 2,33. Questi dati rapportati alla popolazione complessiva italiana determinano una stima di oltre 1 milione di casi. “I casi stimati di sindrome simil-influenzale, rapportati all’intera popolazione italiana, sono circa 283.000, per un totale di circa 1.080.000 casi a partire dall’inizio della sorveglianza”, si legge nelbollettino di InfluNet.

La curva epidemica delle sindromi simi-influenzali non solo è in aumento, ma è già al di sopra della soglia epidemica. Rispetto alla 46esima settimana della stagione 2019-2020, l'ultima in cui si è verificata un'epidemia di stagionale di sindrome simil-influenzale, come scrive l'Istituto Superiore di Sanità, l'attuale livello di incidenza è più del doppio, considerando che all'epoca era pari a 2,15 casi per mille assistiti. Attualmente, tra le Regioni che hanno attivato la rete di sorveglianza sono in nove ad aver superato la soglia epidemica, ovvero Abruzzo, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia e Sicilia. Sei Regioni non l'hanno ancora attivata, ovvero Basilicata, Calabria, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Sardegna e Val d'Aosta.

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