Un esame del sangue può prevedere la placenta accreta, condizione di gravidanza rara ma mortale
Come spiegato dagli autorevoli manuali MSD per operatori sanitari, la placenta accreta è una placenta “abnonrmemente adesa”, che ha difficoltà a staccarsi dall'utero dopo il parto. Anche quando viene rimossa chirurgicamente con estrema precisione, questa rara condizione può dare adito a una grave emorragia che può mettere a repentaglio la vita della madre. In base alle statistiche dei CDC americani, dagli anni '50 fino ad oggi l'incidenza di questa condizione è aumentata di cento volte per via del sempre più frequente ricorso al parto cesareo, che è considerato uno dei principali fattori di rischio, oltre all'età della madre, a un pregresso intervento chirurgico all'utero (il più diffuso), ai fibromi sottomucosi, alla multiparità e altro ancora. Diagnosticarla è costoso e complesso; spesso infatti gli esami a base di ultrasuoni e l'esperienza dell'ecografista non sono sufficienti. Fortunatamente un nuovo studio ha determinato che la condizione può essere prevista grazie a un semplice esame del sangue, riducendo in modo significativo i rischi per la madre e il feto.
A determinare che un esame del sangue può diagnosticare la presenza della placenta accreta è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati del California NanoSystems Institute – Crump Institute for Molecular Imaging dell'Università della California di Los Angeles, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Cedars-Sinai Medical Center, del The Second Clinical Medical College dell'Università Jinan (Cina), dell'Università Peking di Pechino, dello Shenzhen People’s Hospital e di altri istituti. Gli scienziati, coordinati dal professor Yazhen Zhu, docente presso il Dipartimento di Farmacologia Molecolare e Medica dell'ateneo statunitense, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato le concentrazioni di alcune cellule embrionali nel flusso sanguigno, i trofoblasti, che formano un tessuto cellulare destinato a nutrire l'embrione in sviluppo. In parole semplici, pochi giorni dopo l'avvio di una gravidanza in condizioni normali i trofoblasti si trovano in concentrazioni limitate, tuttavia se risultano più numerosi e raggruppati, allora c'è un rischio significativo che si stia manifestando un PAS o disturbo dello spettro della placenta accreta, che come indicato può mettere a repentaglio la vita di madre e bambino.
Gli scienziati, partendo da questa premessa, hanno messo a punto uno speciale microchip di pochi centimetri nel quale è presente un anticorpo che si lega ai trofoblasti e li rende facilmente visibili, anche quando formano dei raggruppamenti. “Vedere un ammasso di trofoblasti per la prima volta è stato come vedere perle luccicanti”, ha dichiarato il patologo Yazhen Zhu dell'università californiana. “Quando abbiamo osservato le cellule al microscopio, ci è sembrato di avere una visione diretta della placenta durante la gravidanza in via di sviluppo”, ha aggiunto l'esperto. Al momento i metodi principali per prevedere la placenta accreta sono gli ultrasuoni e la storia materna, ma con un sistema simile basato su un semplice esame del sangue la diagnosi e la prevenzione potrebbero fare un enorme salto di qualità. Nei test condotti su alcune centinaia di pazienti l'esame, ancora sperimentale, ha mostrato una precisione di circa l'80 percento. I risultati dovranno essere confermati da ulteriori indagini con campioni più ampi. I dettagli della ricerca “Circulating trophoblast cell clusters for early detection of placenta accreta spectrum disorders” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Nature Communications.