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Covid 19

Un contagiato dal coronavirus su sei può avere solo sintomi gastrointestinali

Uno studio di revisione condotto da scienziati dell’Università dell’Alberta (Canada) su 36 ricerche dedicate all’infezione da coronavirus SARS-CoV-2 ha dimostrato che circa un paziente su sei può sviluppare solo sintomi gastrointestinali. In alcuni sono stati evidenziati anche perforazione dell’intestino e aria presente nella parete intestinale.
A cura di Andrea Centini
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A circa un anno dall'emersione del coronavirus SARS-CoV-2, il patogeno responsabile della pandemia di COVID-19 che ha messo in ginocchio il mondo intero, gli scienziati e i medici non conoscono ancora tutte le conseguenze provocate dall'infezione, tuttavia sono ormai ben noti i sintomi più comuni. Oltre a febbre, tosse secca, perdita dell'olfatto (anosmia) e del gusto (disgeusia), mal di testa e dolori muscolari (mialgia), in molti sperimentano anche problemi gastrointestinali, come nausea, perdita dell'appetito, dolori addominali e diarrea. Un nuovo studio di revisione ha dimostrato che circa un contagiato su 6 può sperimentare soltanto la sintomatologia gastrointestinale, un dettaglio che può rendere più complessa la diagnosi dell'infezione, causata da un virus respiratorio.

A determinare che il 16 percento dei contagiati dal SARS-CoV-2 può sperimentare solo sintomi gastrointestinali sono stati tre scienziati dell'Università di Alberta, i dottori Kevin Lui, Mitchell P. Wilson e Gavin Low del Dipartimento di Radiologia e Diagnostica per Immagini dell'ateneo canadese. Gli studiosi sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto uno studio di revisione su 36 ricerche pubblicate tra marzo e luglio del 2020, tutte indagini cliniche su pazienti con COVID-19 sottoposti a scansioni addominali. Incrociando tutti i dati è emerso che il 18 percento dei contagiati aveva sviluppato gastrointestinali, mentre il 16 percento (circa 1 su 6) mostrava solo questa sintomatologia, dunque senza tosse, febbre e altri sintomi respiratori che possono suggerire un'infezione da coronavirus. Tra i sintomi più comuni rilevati da Lui e colleghi vi erano perdita dell'appetito, nausea, vomito, diarrea e dolore addominale.

Dalle analisi delle immagini, gli scienziati canadesi hanno osservato anche alcuni segni rilevanti dell'infezione ai danni dell'apparato digerente. Fra essi infiammazione dell'intestino tenue e crasso, presenza di aria all'interno della parete intestinale (una condizione chiamata pneumatosi), colon pieno di liquido, ascite e persino perforazione intestinale (pneumoperitoneo). Fortunatamente tutte queste manifestazioni sono state rilevate abbastanza raramente, e secondo i tre studiosi possono rappresentare gli effetti di un'infezione allo stato molto avanzato. Il motivo per cui il coronavirus SARS-CoV-2 colpisce in modo così diretto l'apparato digerente risiederebbe nel fatto che molte delle cellule dell'epitelio esprimono il recettore ACE2, quello cui si lega la proteina S o Spike del coronavirus, che sfrutta come un grimaldello per scardinare la parete cellulare, riversare l'RNA virale all'interno e avviare il processo di replicazione, che dà il via all'infezione vera e propria. I dettagli della ricerca “Abdominal imaging findings in patients with SARS-CoV-2 infection: a scoping review” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Abdominal Radiology.

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