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Un cervello giovane grazie ad una dieta ipocalorica

La proteina che regola funzioni cerebrali indispensabili quali memoria ed apprendimento diminuisce fisiologicamente con il trascorrere degli anni, ma la sua funzione può essere riattivata, in età avanzata, attraverso la semplice restrizione calorica.
A cura di Nadia Vitali
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La proteina che regola funzioni cerebrali indispensabili quali memoria ed apprendimento diminuisce fisiologicamente con il trascorrere degli anni, ma la sua funzione può essere riattivata, in età avanzata, attraverso la semplice restrizione calorica.

Si dice che, diventando anziani, aumenti l'appetito e la passione per la buona tavola: bene, se così fosse, il suggerimento dei medici è quello di non esagerare con le calorie, non solo per le questioni legate alla linea o per le gravi patologie originate da sovrappeso ed obesità a cui si può andare incontro; stando ai recenti studi condotti dai ricercatori dell'Università Cattolica di Roma, anche il cervello subirebbe gli effetti di una dieta eccessivamente ricca.

La proteina CREB1 era già nota agli studiosi per il suo ruolo fondamentale nel regolamento delle funzioni cerebrali legate alla memoria e all'apprendimento; la ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati dalla rivista scientifica PNAS, ha constatato come l'attività di CREB1 possa essere aumentata da una semplice restrizione calorica.

Una dieta, in sostanza, che non sarebbe altro che una riduzione del 30%, dunque un taglio non drastico ma commisurato alle mutate esigenze che il cervello svilupperebbe con l'avanzare dell'età: poiché, infatti, CREB1 diminuisce fisiologicamente nell'organismo con l'incedere degli anni, un regime alimentare più controllato sarebbe un essenziale mezzo per potenziare le capacità delle sinapsi di memorizzare informazioni.

Negli ultimi anni è diventata opinione assai diffusa tra gli studiosi quella secondo la quale l'obesità rallenterebbe il cervello, facendolo invecchiare più rapidamente e rendendolo più esposto alle malattie tipiche della terza età quali demenza senile ed Alzheimer; ipotesi avvalorata da numerose indagini sperimentali.

Ai ricercatori italiani va, dunque, il grande merito di avere individuato la molecola che media gli effetti positivi dell'alimentazione sul cervello nella proteina CREB1: a lei il compito, grazie alla restrizione calorica, di garantire il corretto funzionamento delle nostre sinapsi per impedirne le alterazioni che causano il declino cognitivo.

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