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Tutte le cose che l’Oms ignora sulla “Nuova Sars”

Dopo il secondo caso di “Nuova Sars” registrato sabato 11 maggio in Francia, l’Oms ha pubblicato un documento in cui elenca i punti oscuri della malattia. Sappiamo tuttavia che si trasmette da uomo a uomo, anche se probabilmente solo nel caso in cui ci sia una vicinanza prolungata.
A cura di Redazione Scienze
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L'Oms, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, ha fatto il punto della situazione sulla "nuova Sars", la malattia nata negli Emirati Arabi e giunta un anno dopo anche in Europa, prima in Inghilterra e poi in Francia, dove sabato è stato riconosciuto un secondo caso di infezione. In totale questo coronavirus ha infettato 33 persone, di cui ben 18 sono decedute. Considerato l'alto tasso di mortalità di questa sindrome, l'Oms ha deciso di fare il punto sulla situazione. Si cominci proprio dal nome ingannevole di "Nuova Sars", dato che a scatenare la sindrome è il virus hCov-EMC, che è sì un corononavirus come nel caso della Sars, ma non è lo stesso. La sintomatologia non è molto dissimile, ma la realtà – che l'Oms dichiara esplicitamente – è che al momento sull'argomento si sa davvero molto poco: "Si tratta di una nuova infezione e nella nostra conoscenza ci sono molti vuoti che inevitabilmente richiedono tempo per essere riempiti". Cosa sappiamo, dunque?

Sappiamo che questo virus ha attecchito sulle persone a partire dal 2012, ma non sappiamo dove cresce questo virus. Sappiamo che quando la persona viene infettata, sviluppa una grave forma di polmonite; ciò che non sappiamo è quando le persone possono sviluppare solo la forma lieve della malattia. Sappiamo anche che finora la maggior parte delle persone che hanno contratto questa malattia era composta da anziani, spesso con precedenti clinici.

Seguono poi altri interrogativi che al momento non hanno risposta: "Ci sono molte cose che non sappiamo – seguita la nota dell'organizzazione internazionale – Ad esempio: come si sono infettati gli uomini? [Il virus] proviene dagli animali? Da superfici contaminate? Da altre persone? Infine non sappiamo quanto si sia diffuso questo virus". Le domande poste dall'Oms attengono tutte alla viralità che ci si deve attendere. Sembra chiaro, ormai, che il virus si può trasmettere tra esseri umani, ma solo quando ci sia una vicinanza prolungata. L'incapacità di riconoscere e quantificare i casi lievi della malattia, rende impossibile valutare anche la mortalità della sindrome (per quanto, come ricordato dalla nota stessa dell'Oms, la forma grave sia contratta statisticamente da soggetti già ritenuti "a rischio").

Il suggerimento dell'organizzazione internazionale della salute è rivolto prima di tutto ai sistemi sanitari nazionali, ai quali viene suggerito di alzare il livello di guardia del proprio personale. Qualora venga registrato un nuovo caso influenzale da virus hCov-EMC, prosegue la nota dell'organizzazione, si segnalino prontamente la notizia e i suoi sviluppi all'Oms. In questo modo, infatti, sarà possibile conoscere ulteriormente il virus e, soprattutto, studiarne la diffusione e prevederne le "mosse".

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