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Tumori al cervello, assolti i telefoni cellulari

Secondo uno studio che ha seguito un campione di 358.403 individui nell’arco di 18 anni, i telefonini non sarebbero responsabili del tumore al cervello al contrario di quanto comunemente creduto.
A cura di Nadia Vitali
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Secondo uno studio che ha seguito un campione di 358.403 individui nell'arco di 18 anni, i telefonini non sarebbero responsabili del tumore al cervello al contrario di quanto comunemente creduto.

Adesso, chi vive con il telefonino costantemente attaccato all'orecchio avrà una ragione in più per non temere danni al proprio sistema nervoso centrale; certo, i risultati di quest'ultima ricerca scientifica pubblicati dal British Medical Journal, seppur rassicuranti, avranno comunque bisogno di ulteriori conferme per poter assolvere del tutto i cellulari dalla terribile accusa di provocare il tumore al cervello. Il dibattito sulla pericolosità di questo strumento, ormai parte fondamentale della vita di buona parte delle persone, va avanti da anni e non è detto che si fermi qui: tuttavia una ricerca così ampia ed approfondita merita un certo credito.

Il dato arriva dalla Danimarca dove uno studio dalle dimensioni senza precedenti è stato condotto da Patrizia Frei, Christoffer Johansen e Jørgen H. Olsen dell'Institute for Cancer Epidemiology di Copenaghen, seguendo per un periodo lungo 18 anni un campione costituito da 358.403 individui, tutti possessori di telefonini; monitorando i dati sanitari e dei gestori di telefonia mobile, i ricercatori, nel corso del periodo dal 1990 al 2007, hanno registrato 10.729 casi di tumore al sistema nervoso centrale, ma alcuna differenza di rischio tra quanti usavano il telefonino da parecchi anni e quanti non lo usavano mai.

Quello che rende particolarmente notevole questo studio è la sua netta differenza con i precedenti; fino ad ora, gli scienziati avevano sempre seguito un numero esiguo di utenti e per periodi di tempo troppo limitati; inoltre, il ricorso ai dati sulla telefonia ha permesso di poter contare su dei dati non condizionati dalla inevitabile soggettività delle risposte ai questionari sul tempo trascorso al cellulare dai volontari. La ricerca danese, insomma, se non metterà la parola fine sulla questione, quanto meno costituirà un punto di riferimento fondamentale per il futuro.

Appena pochi mesi fa, l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, ad esempio, assegnava alle onde emesse dai telefoni cellulari un certo grado di pericolosità per lo sviluppo del cancro; e, in realtà, anche nello studio di Copenaghen restano aperti degli interrogatori. I dati, infatti, non possono dirsi definitivi per quanto riguarda quelli che usano moltissimo il cellulare e per tutti coloro che lo adoperano da più di 15 anni, mentre di eventuali danni a bambini non si conosce praticamente nulla. (fonte ANSA)

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