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Trova un ‘serpente a due teste’ nel suo giardino e chiede aiuto al web: cos’è?

La creatura, lunga appena una decina di centimetri, sembra avere una testa su ogni apice. Si tratta in realtà di un bruco che si ‘finge’ serpente per non essere predato.
A cura di Andrea Centini
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In una mattina tranquilla come tante altre, un uomo argentino chiamato Luján Eroles uscendo dalla sua casa di Santa Fe si è imbattuto in una creatura dalle fattezze decisamente bizzarre e un po' grottesche, sulla cui specie esatta è tuttora in corso un dibattito tra gli esperti. L'animale, lungo circa una decina di centimetri, sembra infatti un tozzo serpente in miniatura dotato di una testa su ciascuno dei due apici, sebbene sia soltanto una delle due a richiamare chiaramente quella di una vipera.

Sconcertato per il ritrovamento, l'uomo ha postato un video su facebook chiedendo ai suoi contatti se potessero aiutarlo, e ben presto ha ricevuto una serie di risposte esaustive ma non definitive. Si tratta infatti del bruco di una falena, appartenente al gruppo dei cosiddetti “hawk moth caterpillar”, tuttavia la specie più somigliante, l'elephant hawk moth caterpillar (Deilephila elpenor), in Italia conosciuta col nome di sfinge della vite, è in realtà distribuita solo in Europa, Asia e America settentrionale, ma non in quella meridionale. In attesa di capire se si tratti di una nuova specie affine alla prima o di una vera e propria sfinge della vite con ambizioni pionieristiche, il video continua a ricevere commenti e osservazioni da migliaia di utenti sul celebre social network.

Sfinge della vite in posa da 'serpente': foto di wikipedia https://en.wikipedia.org/wiki/Deilephila_elpenor#/media/File:Deilephila_elpenor_3.jpg
Sfinge della vite in posa da ‘serpente': foto di wikipedia

Ma perché un bruco dovrebbe avere questo aspetto così curioso? Si tratta di un classico esempio di mimetismo fanerico o di ostentazione, nel quale una specie, per proteggersi, ha sviluppato le sembianze di un'altra provando ad apparire pericolosa o velenosa agli occhi dei predatori. I bruchi succulenti sono considerate vere e proprie prelibatezze da moltissime specie animali, e non è un caso che proprio nei lepidotteri si siano sviluppati molti casi eclatanti di mimetismo fanerico, aposematico (apparire tossici e disgustosi) o batesiano, ovvero quando una specie totalmente innocua cerca di imitare colori e comportamenti di una aposematica che vive nello stesso territorio. Un parente non lontano della specie trovata da Luján Eroles, la farfalla Papilio cresphontes, quando si trova nella fase di bruco riesce ad imitare persino la forma e l'odore degli escrementi di uccello per rendersi indesiderabile. Sono tutte caratteristiche evolutive prodotte dalla selezione naturale volte a massimizzare la sopravvivenza. Insomma, nessun serpente a due teste, ma un innocuo bruco che cerca di salvarsi la vita da uccelli e altri predatori.

Esemplare adulto: Foto di Jean Pierre Hamon https://en.wikipedia.org/wiki/Deilephila_elpenor#/media/File:Deilephila_elpenor_04.jpg
Esemplare adulto: Foto di Jean Pierre Hamon

[Foto di Luján Eroles]

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