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Troppi selfie, famoso salice solitario rischia di morire: rami spezzati da ‘arrampicate’

La pianta, protesa sulle acque del lago Wanaka, in Nuova Zelanda, è stata completamente esposta dalla siccità e i turisti l’hanno presa d’assalto per scattarsi foto ricordo. Un ramo è stato spezzato dai turisti ‘arrampicatori’.
A cura di Andrea Centini
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Il bellissimo salice solitario che troneggia sul lago Wanaka, uno dei più affascinanti della Nuova Zelanda, sta rischiando seriamente di morire a causa dei turisti irrispettosi a caccia di selfie. È stato annunciato dagli enti Queenstown Lakes District Council e Lake Wanaka Tourism, che hanno deciso di prendere alcune iniziative ad hoc per scoraggiare la gente ad arrampicarsi sul fragile quanto magnifico albero. A far precipitare la situazione è stata la devastante siccità che sta colpendo l'estate australe, con soli 1,8 millimetri di pioggia caduti nell'area in un intero mese (tra il 17 dicembre e il 18 gennaio). A causa di ciò, le acque del lago Wanaka si sono ritirate facendo emergere tutto il salice, che di norma è parzialmente immerso nell'acqua gelida e dunque non raggiungibile a piedi. Ora viene invece letteralmente preso d'assalto dai turisti, che non esitano ad arrampicarsi per scattare discutibili foto ricordo.

L'hashtag "thatwanakatree's" è stato taggato ben 18mila volte, un dato che suggerisce a quale pressione viene sottoposta la pianta, soprattutto adesso che può essere toccata con mano. Durante le festività natalizie si è persino spezzato uno dei rami protesi verso l'acqua, proprio a causa del peso dei turisti, determinando l'intervento degli enti a tutela Mount Aspiring National Park, il parco nazionale nel quale si trova anche il lago Wanaka. L'area verrà tappezzata di cartelli in Inglese e Cinese mandarino con l'esplicito divieto di arrampicarsi e appoggiarsi alla pianta, accompagnato da grafiche ad hoc. “Se ciò non dovesse bastare, potremmo dover considerare altre misure, forse una barriera, col rischio di togliere l'atmosfera generata proprio dall'albero”, ha sottolineato Timothy Errington, un arboricoltore del parco neozelandese.

Che i turisti possano rappresentare una seria minaccia per flora e fauna selvatiche non è affatto una novità. Basti pensare che recentemente in Spagna un cucciolo di tursiope (Tursiops truncatus), un delfino, è stato ucciso dai bagnanti dopo averlo trovato vicino alla riva; hanno iniziato a prenderlo in braccio e a passarselo per fare selfie ricordo, tappandogli lo sfiatatoio con le mani fin quando non è morto. Nella Foresta Amazzonica i turisti che raccolgono i cuccioli di bradipo dagli alberi per scattarsi fotografie mettono in serio pericolo la loro vita; ricercatori hanno determinato che i bradipi trattati in questo modo muoiono in media dopo appena sei mesi. Questi sono solo due degli esempi più emblematici legati all'ignoranza e al mancato rispetto per la natura. La speranza è che il salice solitario riuscirà a salvarsi mantenendo integra l'atmosfera di uno dei posti più suggestivi della Nuova Zelanda.

[Credit: Insight Guides]

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