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Troppi porno rendono smemorati

Lo sostengono i ricercatori dell’Università di Duisburg – Essen, autori di uno studio.
A cura di Redazione Scienze
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troppi porno rendono smemorati

Da quando esiste il web, la pornografia ha cessato di essere relegata in vecchi VHS e giornaletti da acquistare nelle edicole distanti da casa, diventando viceversa un prodotto di facile consumo alla portata di tutti: potenza della rete che ha agevolato la fruizione per chiunque, inclusi i timidi adolescenti che, altrimenti, avrebbero vissuto non poche difficoltà prima di avvicinarsi a quell'oscuro e proibito oggetto del desiderio. Abbondanza di materiale e grande facilità di reperimento hanno reso il porno un mercato sempre floridissimo, incapace di conoscere crisi, con un alto e fedele numero di utenti nel mondo, oltretutto in costante crescita.

Lievi deficit cognitivi? – Utenti che, a quanto pare, dovranno vedersela con problemi di memoria: questo almeno è quanto sostengono alcuni ricercatori dell’Università di Duisburg – Essen che, in un lavoro pubblicato dal Journal of Sex Research, mettono in guardia contro un imprevedibile effetto collaterale collegato alla “frequentazione” assidua della pornografia on-line. Gli studiosi sono partiti da un dato riscontrato in molti individui, ovvero la perdita del sonno o la tendenza a dimenticare appuntamenti e impegni immediatamente dopo la visualizzazione di un porno dal proprio computer, con conseguenze più gravi sulla lunga durata e sull'organizzazione della propria vita in generale. Hanno così deciso di verificare se, effettivamente, la pornografia poteva essere responsabile di danni sulla memoria a breve termine.

L’esperimento – Ventotto soggetti di sesso maschile, in buona salute e di giovane età, sono stati reclutati dagli studiosi per partecipare all'esperimento: a ciascuno sono state sottoposte decine di immagini, alcune pornografiche, altre prive di alcun riferimento al sesso. Ai ragazzi veniva chiesto, quando un’immagine era proposta per una seconda volta dinanzi ai loro occhi, se essi ricordassero o meno di averla già vista: i risultati dimostrerebbero che gli individui farebbero molta più fatica a ricordare i contenuti pornografici, confermando un dato già noto relativo alla perdita di memoria a breve termine associata alla fruizione massiccia di pornografia.

Dipendenze da web – La domanda è lecita: cosa renderebbe il porno “alla vecchia maniera” più sano di quello dei tempi moderni che sfrutta l’immensa cassa di risonanza del web? In realtà, il discorso si inserisce nel più ampio problema del rapporto degli individui con internet, strumento meraviglioso dei nostri tempi e, come spesso accade, arma a doppio taglio per menti più fragili ed influenzabili: insomma, più che la pornografia in assoluto, a nuocere è la possibilità di potervi ricorrere sempre, in qualsiasi momento e in abbondanza, creando quella dipendenza da internet che alcuni studi hanno già dimostrato provocare alterazioni simili a quelle causate da droghe ed alcol e che, a quanto pare, renderebbe anche piuttosto smemorati.

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